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sabato 27 novembre 2010











CON LA TESI DEL COMPLOTTO INTERNAZIONALE IL GOVERNO DA RIDICOLO DIVENTA PERICOLOSO, DA IERI SIAMO SUL SERIO ALL’EMERGENZA DEMOCRATICA


I colpi di coda di un governo allo stremo delle forze fino all’altro ieri sembravano usciti da un libro di satira politica, neanche dei migliori. Un premier puttaniere e barzellettiere che ride e se la gode mentre la nave affonda, una ministra e la nipote del duce che si insultano tra loro e così via. Da ieri, invece, le cose si sono fatte maledettamente più serie perché ora c’è un ministro degli Esteri che, in pieno accordo con tutto il consiglio dei ministri, accusa non si sa bene quale grande fratello internazionale di ordire un complotto contro l’Italia, legando tra di loro, come spiega benissimo D’Avanzo su Repubblica di oggi, cose che non stanno insieme.

Le rivelazioni che tra qualche giorno appariranno sul sito di wikileaks, su scambi di mail delle maggiori diplomazie del mondo, non hanno nulla a che vedere né con la caduta della Domus dei gladiatori né con la situazione dei rifiuti a Napoli né con l’indagine sugli eventuali fondi neri di Finmeccanica, ma apriranno piuttosto una finestra su quello che realmente si pensa all’estero di noi. Ho l’impressione che non ci sarà nulla di piacevole e che, soprattutto, non saranno confermate tutte le sciocchezze che Berlusconi ha detto in questi anni sul presunto prestigio di cui godrebbe fuori dai confini e sulle presunte capacità di mediazione che lo avrebbero portato, a suo dire, a essere l’uomo chiave di tutte le controversie internazionali, come ha dichiarato al Senato poche settimane fa tra lo stupore e l’ilarità generale.

Conoscendo lo smisurato egocentrismo dell’uomo che ci governa, capisco che essere sbugiardato dalle principali cancellerie mondiali è un colpo da cui è difficile riprendersi. Ma il vortice in cui sta trascinando l’Italia è pericolosissimo, perché parlare di complotti internazionali potrebbe indurre i mercati a perdere quel po’ di fiducia rimasta e qualcuno a convincersi alla falsa tesi che è indispensabile restare in sella per evitare il disastro causato da un vuoto di potere che non possiamo permetterci. Insomma, da ieri siamo sul serio all’emergenza democratica.

Per questo è arrivato il tempo delle idee chiare e del sangue freddo. L’opposizione, tutta, dovrà evitare di cadere in tranelli e di essere attratta dalle sirene di qualche poltrona di governo per puntellare una maggioranza che ha ormai perso la testa e che vuole trascinare tutti e tutto nel disastro.

Fuori dal Palazzo la gente lo ha già capito. Le proteste per i rifiuti in Campania, le manifestazioni degli studenti, le recenti proteste dei lavoratori che culminano oggi con quella della Cgil (e l’Italia dei Valori è in piazza con loro), sono soltanto la punta dell’iceberg di una protesta che continuerà a montare nelle prossime settimane.

Per evitare che il conflitto sociale diventi incontrollabile bisogna canalizzare la protesta in una proposta politica seria e convincente. Per questo, al di là dei giochini della politica, bisogna prima di tutto mandare a casa Berlusconi che è ormai diventato un pericolo per il nostro Paese, poi è necessario cambiare con chi ci sta e in tempi brevissimi la legge elettorale per consentire ai cittadini di poter scegliere i propri rappresentanti. Quindi subito alle urne con un centrosinistra coeso attorno a un programma credibile e condiviso. L’Italia dei Valori è pronta, tocca al Partito democratico che è il maggiore partito di opposizione fare chiarezza immediatamente.

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