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venerdì 21 ottobre 2011

Trento, Verbania e Prato in cima alla classifica di Ecosistema Scuola.

Elementi di eccellenza sui singoli parametri per le scuole dei due capoluoghi lucani.

E’ Trento ad aggiudicarsi il primo posto nella classifica di Ecosistema Scuola, la ricerca annuale di Legambiente sulla qualità delle strutture e dei servizi della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado dei Comuni capoluogo di Provincia.
All’indagine di Legambiente, che intende restituire una fotografia degli investimenti degli enti locali per la sostenibilità e la sicurezza degli edifici scolastici, hanno partecipato 91 Comuni. I dati presentati sono relativi al 2010 e sono stati raccolti tramite questionario. Possesso dei certificati di collaudo statico, agibilità, agibilità igienico-sanitaria, impianti elettrici a norma, porte antipanico e requisiti di accessibilità, servizio pedibus, piste ciclabili nelle aree circostanti, raccolta differenziata, installazione di impianti di energia rinnovabile: i parametri considerati per la realizzazione del rapporto. Sicurezza dunque ma anche servizi e buone pratiche a favore delle scuole.
Pochi, nel complesso, i passi in avanti rispetto agli anni precedenti.
Non si riesce a uscire dall’emergenza - commenta Vanessa Pallucchi, responsabile Legambiente Scuola e Formazione -. Gli enti locali, strozzati fra il patto di stabilità e il mancato trasferimento di fondi dallo Stato, non riescono più a stanziare sufficienti finanziamenti per la manutenzione delle scuole e il livello di qualità dei servizi scolastici, come mette in evidenza il nostro rapporto. Il primo stralcio di 358 milioni di euro del miliardo dei fondi Cipe per l’edilizia scolastica pare non essere arrivato ancora a destinazione. Il nodo aperto rimane l’aumento dei finanziamenti previsti per la messa in sicurezza delle scuole, associato a una programmazione che individui le priorità da affrontare. Ma per fare questo è necessario l’accesso ai dati dell’anagrafe scolastica, che malgrado gli annunci non sono ancora noti. Per questo chiediamo ancora una volta che l’anagrafe sia finalmente pubblicata, anche con dati parziali, riconoscendo ai cittadini il diritto di sapere le condizioni reali delle nostre scuole”. 
Anche quest’anno la forbice tra le città del sud e delle isole e quelle del nord e del centro è molto ampia: Benevento (21°) e Lecce (22°) sono le prime città del sud in graduatoria mentre Olbia (32°) è la prima tra quelle delle isole. Un divario che non accenna ad assottigliarsi soprattutto sul fronte dei servizi e delle buone pratiche a favore delle scuole.
Potenza e Matera si collocano in fondo alla classifica, rispettivamente al 72esimo ed all’82esimo posto, anche se non mancano, elementi di eccellenza sui singoli parametri, legati principalmente agli investimenti per manutenzione ordinaria.
Veniamo all’analisi dei dati lucani. Anche nella nostra regione il patrimonio immobiliare scolastico è e rimane vecchio: circa il 50% degli edifici risale a prima del 1974 e solo il 12,9% è stato costruito negli ultimi venti anni. Il 62,90% degli edifici continua a necessitare di manutenzione urgente e, negli ultimi 5 anni, il 45,16% delle strutture è stato sottoposto a interventi di manutenzione straordinaria. Su scala nazionale, gli investimenti per la manutenzione straordinaria e ordinaria scendono entrambi del 14% rispetto all’anno precedente, ma i dati seguono andamenti diversi da regione a regione. La Basilicata è una delle regioni per cui si registra il maggior progresso degli investimenti in manutenzione ordinaria.
Il 40,3% degli edifici è costruito con criteri antisismici e per il 43,55% di essi è stata eseguita la verifica di vulnerabilità sismica. Trend positivo per gli interventi volti a eliminare le barriere architettoniche. Solo il 17,74% delle scuole ha un giardino nelle aree antistanti il proprio edificio e circa la meta dì esse ha strutture per lo sport.
Il rapporto introduce, anche, per la prima volta i parametri sulla localizzazione delle scuole in isole pedonali (0%), ZTL (0%)e all’interno di parchi urbani (2,86).
Positivo, in controtendenza con il dato nazionale, il dato sul servizio di scuolabus che copre il 100% degli istituti.
Tra i parametri sui rischi ambientali interni agli edifici scolastici, a livello nazionale si registra un significativo incremento dei Comuni che hanno realizzato il monitoraggio sulla presenza di amianto all’interno delle strutture. Nella nostra regione il monitoraggio ha interessato il 100% degli edifici con il 2,86 % di casi certificati, tutti sottoposti ad azioni di bonifica.
In merito alla prossimità degli edifici scolastici a fonti esterne d’inquinamento ambientale, i valori maggiori si riscontrano per la vicinanza di aree industriali tra uno e cinque chilometri (60%), di aree industriali entro un chilometro (40%), di autostrade (17,14), di distributori di benzina (8,57%) e di fonti d’inquinamento acustico (5,71%).
Un risultato in chiaro-scuro per i servizi e le pratiche ecocompatibili. Se da un lato nelle scuole dei due capoluoghi lucani si distribuisce acqua di rubinetto e si registra una presenza di prodotti biologici nel 100% pasti (anche se solo nel 2,86% dei casi i pasti sono interamente biologici), dall’altro si riscontra l’assenza di raccolta differenziata ed un dato dichiarato pari a zero per l’utilizzo di fonti d’illuminazione a basso consumo e sull’impiego di fonti rinnovabili.

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