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venerdì 21 ottobre 2011

Intervento del Sindaco di Matera, Adduce, al Forum del Libro.



Autorità, Cari ospiti
Accettai subito con entusiasmo la proposta che oltre un anno fa Giuseppe Laterza con le due Associazioni “Presidi del Libro” e “Forum del libro” mi fece di tenere l’8° Forum a Matera.
In verità l’impegno culturale dei promotori di questo importante evento è contagioso e ci mettemmo subito a lavorare.
Per noi, per Matera, per la Basilicata oggi è una giornata importante. Lo è per tante ragioni. Ne voglio ricordare una: attraverso questa iniziativa collocata nel cuore del Mezzogiorno, possiamo parlare a tutto il Paese.
Possiamo parlare con la lingua che unisce l’intero Paese, proprio nell’anno del 150° dell’Unità d’Italia. I colori delle locandine e degli inviti lo dichiarano esplicitamente. Vogliamo rivendicare, da qui, dal profondo sud l’idea che niente è più importante della cultura. Vogliamo affermare che la strada maestra da percorrere per contrastare la crisi e per dare al Sud qualche possibilità passa attraverso gli investimenti nei beni culturali, nel sostegno alle scuole, nello sviluppo della formazione e della istruzione. Vogliamo dichiarare da qui, dal sud, dove mancano le librerie, dove si legge poco o pochissimo, dove le Università arrancano e siamo costretti come fa la Regione Basilicata a finanziare l’Università con le royalties del petrolio altrimenti la nostra Università chiuderebbe, dove il ridimensionamento, non il dimensionamento scolastico significa meno insegnanti, meno personale ATA, meno scuole, meno continuità didattica, meno preparazione, meno formazione; significa dover rischiare di smantellare uno dei capisaldi del sistema formativo e culturale della nazione, la scuola dell’obbligo che è il più grande presidio dell’Unità d’Italia; che tutto questo significa meno cultura, e perciò meno cittadinanza.
Il programma di questo Forum si occuperà di far sentire forte chiara la voce di tante donne e uomini di cultura, di intellettuali (consentitemi questa parola), di librai e di qualche editore, di scrittori e di lettori perché si torni ad investire in cultura, in lettura, in libri.
E’ un’illusione pensare di risanare i conti pubblici e pure quelli privati risparmiando e tagliando sulla cultura. 
Il forum vuole anche interrogarsi sul ruolo della lettura nel nostro Paese e provare a dare una risposta concreta per favorire la lettura, per aumentare la presenza attiva di libri nelle nostre case, nelle nostre scuole, nelle nostre biblioteche e librerie.
Qui oggi, nell’ultima regione in Italia per percentuale di lettori, lanciamo una nuova sfida, quella di promuovere una legge nazionale per la promozione  della lettura. 
Qui, oggi, parliamo di cultura, evitando di ricorrere alle obsolete, ormai vecchie distinzioni fra salvaguardia del patrimonio artistico e produzione culturale contemporanea.
Si dice, forse troppo spesso, che il nostro Paese ha la cultura nel suo Dna. E intanto, mentre Il Presidente degli Stati Uniti mette la produzione culturale tra gli elementi chiave che assicurano ancora oggi la leadership americana, in Italia si tagliano i fondi per la scuola e la cultura. 
Segnalo, ad esempio, che negli ultimi cinque anni il sostegno statale sulla cultura è calato del 30 percento. Se aggiungiamo i tagli ai trasferimenti agli enti locali, secondo le prime stime, registreremo in Italia nei prossimi due anni una perdita secca sulla cultura di 1.100 milioni di euro. E tutto ciò mentre la Francia ha aumentato di cento milioni di euro le risorse destinate alla cultura. 
L’Italia destina alla Cultura lo 0,21% del suo PIL a fronte di una media europea dell’1,4 per cento.
Noi la pensiamo diversamente. Noi pensiamo che per risalire la china bisogna fare giusto il contrario.
Ecco perché abbiamo lanciato la sfida della candidatura di Matera a capitale europea della Cultura 2019.
Noi, infatti, crediamo che la cultura sia un ottimo alimento, per lo spirito e per il corpo e per l’economia.  
La maggioranza dei Sindaci la pensa così. Lo ha ribadito il sindaco di Torino, Piero Fassino: “Più una città è culturalmente viva, più attrae investimenti”. 
Oggi siamo pienamente dentro un tempo post industriale dove al “fare” si intreccia sempre di più “il sapere”. Dove la qualità passa dalla ricerca, dall’innovazione, dalla comunicazione, dalle relazioni, dagli stili di vita, dai desideri dell’immaginario e dell’identità. 
Ecco perché io vorrei oggi, da questo tavolo, da questo Forum condividere il grido di allarme lanciato ieri, dalle colonne del Corriere della sera, da Andrea Caradini, presidente del Consiglio superiore per i Beni e le attività culturali. Un’istituzione che, nelle sue parole, “è stata ridotta alla transizione tra il metabolismo basale e la morte”. Le città devono essere un laboratorio creativo come nel Rinascimento. Diventare luoghi della salvaguardia della memoria, ma anche della produzione culturale. E non è solo una necessità di tipo economico. Si tratta di evitare di sprofondare nella barbarie.
Un paese senza lettori è un paese senza conoscenza, un paese senza cultura. Un Paese destinato a trasformarsi in quel Paese immaginario disegnato da Sciascia, dove non avevano più corso le idee, dove i princìpi, ancora proclamati e conclamati, venivano  quotidianamente irrisi, dove soltanto il potere per il potere contava.  E proviamo a guardarci intorno se non siamo sempre più vicini a quella immagine decadente.
E quello che è successo a Roma dove un migliaio di delinquenti ha distrutto una città e dato uno schiaffo in faccia a centinaia di migliaia di persone che manifestavano pacificamente, ci riguarda da vicino. Riguarda da vicino questo Forum che si interroga su come aiutare la lettura, e, di conseguenza, come allontanarci dalla barbarie. Come recuperare la nostra memoria e la nostra identità.
La cultura ha bisogno di una società che pensa e che ama pensare. Come scrivono Cristian Caliando e Pier Luigi Sacco, “Un Paese pronto a fronteggiare le nuove sfide dell’economia della conoscenza non è semplicemente un posto in cui si studia per lungo tempo, è soprattutto e in primo luogo un Paese in cui si produce e in cui si diffonde partecipativamente cultura”.
Questa iniziativa del Forum del libro serve proprio ad aumentare la partecipazione alla cultura della città. Non a caso c’è il pieno coinvolgimento del territorio, delle scuole, dove già stamane si sono tenuti diversi incontri con gli autori, delle associazioni locali, penso al festival di narrativa femminile che ha organizzato la mostra Preferisco leggere, delle realtà imprenditoriali locali.
E fra l’altro la discussione che si apre oggi avviene intorno a un tema “Leggere in Europa” che è in perfetta sintonia con la candidatura di Matera a capitale europea della cultura 2019.
Su questo terreno noi vogliamo giocare la nostra sfida. 
Ecco perché questa è una giornata importante. Ed ecco perché voglio ringraziare Giuseppe Laterza, Giovanni Solimine, i Presìdi del libro, il Forum del libro, per aver scelto Matera.
L’anno prossimo il Forum si terrà a Vicenza dove verranno consegnate le firme del disegno di legge di iniziativa popolare sulla promozione della lettura. Ma sono sicuro che il lavoro che faremo in questi giorni resterà per molto, molto tempo ancora qui sul territorio e nelle relazioni positive che, sono certo, si realizzeranno.
A tutti voi gli auguri di buon lavoro.

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