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martedì 12 ottobre 2010

PISTICCI. Dal tetto dell’Ospedale – 103° giorno: “Tinchi o morte”

di Giuseppe Coniglio

E’ normale proclamare “Tinchi o morte?”. E’ quanto si chiedono i cittadini in lotta da 103 giorni per l’ospedale non intravedendosi alcun segnale positivo, nonostante le promesse e i rinvii. Se la pazienza è la virtù dei forti anche in questo caso, le riflessioni sono ben altre e riguardano il diritto dell’uomo alla felicità, che, però, in Basilicata, è negato dopo l’accantonamento del diritto alla proprietà collettiva del territorio. I due comitati civici in lotta fanno rilevare come si contesta per avere giustizia e lavoro, per non emigrare, per non morire di inquinamento. Ma i diritti dei cittadini, invece di essere soddisfatti sono caratterizzati da lotte impari e disperate, disonorevoli non per chi le fa, ma per chi le provoca. “La provincia di Matera -si legge in un comunicato- sembra quella più vocata a rendere infelici i propri abitanti. Il Metapontino era la California del Sud, ora è terra di veleni. Questa provincia italiana non è normale. Qui si recupera tutto tranne la felicità delle persone. I tagli alla Sanità, per esempio, sono superati soltanto dai tagli dei nastri fatti dai Governatori, Parlamentari, Eminenze, Eccellenze, per inaugurare opere convenienti più alla vanità che ai bisogni. Ma la gente di questa terra continua a investire privazioni e risparmi per la felicità almeno dei propri figli, che versano tasse e mensilità a Comuni, Università e proprietari del Centro e del Nord di questa Penisola. Mai come ora i pubblici tradimenti schiantano i sogni e le speranze nostre e dei nostri figli. Eppure crediamo ancora nell’Unità della Nazione, nella saldezza della Costituzione, nella funzione delle pubbliche istituzioni, nella necessità degli adempimenti elettorali. Sappiamo, però, che la persona umana è centrale rispetto alla esistenza stessa dello Stato, della Legge, dell’Economia e della Giustizia. Sono morti altri quattro italiani perché in terra afghana si affermino i principi appena evocati. Sul tetto dell’Ospedale di Tinchi si sta lottando per affermare diritti che esprimono bisogni. La comparazione è sproporzionata, e forse anche dissacrante. Però si può morire su entrambi i fronti. Sul tetto più alto dell’Ospedale di Tinchi di Pisticci le telecamere potrebbero essere invitate a riprendere in diretta la morte di qualcuno di noi!”

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