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domenica 24 ottobre 2010

Omicidio Claps - E' di un cardinale il bottone
vicino ad Elisa












di FABIO AMENDOLARA

Il bottone rosso trovato sotto i resti di Elisa Claps, la ragazza di
Potenza uccisa il 12 settembre del 1993, era parzialmente
decomposto, ma il consulente tecnico della Procura di Salerno
è riuscito comunque a stabilire che non era da monsignore.
E che non l’aveva perso don Mimì Sabia, il parroco della chiesa
della Trinità morto ultraottantenne un paio di anni fa. Quel bottone
- è quello che stabilisce la perizia di 600 pagine depositata l’altro
giorno dalla paleontologa Eva Sacchi dell’Università La Sapienza
- l’ha perso un cardinale. Chi? Non sono tanti i cardinali che
negli ultimi 20 anni hanno visitato Potenza. Coincidenza diabolica:
Joseph Ratzinger è a Potenza proprio quell’anno. Un mese dopo
l’omicidio di Elisa ha ritirato il «Premio Basilicata», concorso
letterario giunto alla trentanovesima edizione. Ratzinger, però,
era scortato e si fermò solo all’università. Difficile immaginare che
possa essere salito di nascosto nella chiesa della Trinità.
È l’unico alto prelato a Potenza quell’anno.
La visita successiva è di Ersilio Tonini. Nel 1995 partecipa
a un convegno organizzato dagli imprenditori cattolici.
Poi tocca a Roger Etchegaray. Anche lui ritira il premio Basilicata,
ma quattro anni dopo la scomparsa di Elisa. Nel 1997 la sua
Opera omnia» stravince nella sezione «letteratura spirituale».
Difficile poter credere che l’abbia perso uno di loro.
Se il corpo è lì dal 12 settembre del 1993, come ritiene
il professor Francesco Introna, quel bottone deve essere
stato perso nel sottotetto prima dell’omicidio. Le visite più
recenti, però, risalgono al 1981. I cardinali Paolo Benelli
e Anastasio Ballestrero raggiungono i comuni lucani colpiti
dal terremoto. Come sia finito nel sottotetto quel bottone
il perito proprio non è riuscito ad accertarlo. Il professor
Introna, nella sua consulenza tecnica, sostiene di averlo trovato
nel sito di giacitura della salma. Proprio sotto al cadavere.
«Il bottone rosso - si legge nella perizia - era parzialmente
decomposto a causa degli acidi prodotti dalla putrefazione
ei resti di Elisa». Un fenomeno che potrebbe aver anche
alterato il colore. Esclusa la tonaca di don Mimì resta ora da
capire a quanto tempo fa risalga quel bottone. E, soprattutto,
bisogna stabilire se ha una connessione con l’omicidio.
A chi apparteneva quel bottone? Qualcuno l’ha perso mentre
spostava il cadavere? O è finito in quel posto in altre circostanze?
Difficile fare u n’ipotesi. Così com’è difficile, al momento,
escludere a priori che il bottone possa essere stato perduto
da qualcuno prima del delitto. La stranezza, però, resta.
(la gazzetta del mezzogiorno)

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