Omicidio Claps Elisa aggredita anche dopo morte
SALERNO – Chi uccise Elisa Claps si accanì sul suo corpo dopo la morte: lo sostiene la paleontologa Eva Sacchi, nella perizia depositata nei giorni scorsi alla Procura di Salerno, nell’ambito del primo incidente probatorio sul caso dell’omicidio della ragazza di Potenza. «Il taglio di tutti i vestiti e lo spostamento di alcuni di questi – scrive il perito - (operazioni svolte probabilmente anche rivoltando il corpo) necessitano che l’aggressore abbia continuato ad agire sul corpo stesso per un tempo relativamente lungo dopo la morte, o comunque dopo che la vittima non era più in grado di opporre qualsiasi resistenza».
«Tutti gli indumenti ad eccezione delle spalline furono tagliati con una forbice»: si spiega nella perizia della paleontologa Sacchi. «Tali soluzioni di continuità sono state verosimilmente realizzate con l’intento di accedere al corpo della vittima dopo la morte», spiega il perito. La Sacchi fornisce poi una dettagliata descrizione dei diversi tagli riscontrati sugli abiti di Elisa: «Il reggiseno è stato tagliato lungo la porzione mediana che divide le due coppe, dal basso verso l’alto – scrive -. Lo slip è stato tagliato verticalmente lungo il fianco destro. Il top è stato tagliato verticalmente dal fianco sinistro fino alla zona del decoltè, o viceversa. Il pantalone è stato tagliato dal bordo inferiore della gamba destra , fino all’interno della tasca destra, arrivando quasi all’altezza dei passanti. Il pantalone è stato poi tagliato dall’alto verso il basso, posteriormente, a partire dal margine superiore fino a dietro la coscia destra. Verosimilmente quest’ultimo taglio è avvenuto per secondo».
L'assassino si accanì con almeno due armi, una forbice e una lama, sul corpo di Elisa Claps, la cui salma fu ritrovata nel sottotetto, spiega sempre la perizia di Eva Sacchi. «Sulla scena del crimine erano presenti almeno due tipologie differenti di armi: una forbice e una lama – scrive la Sacchi -. L'insieme dei dati ottenuti dall’analisi dei danneggiamenti fanno supporre verosimilmente che la forbice fosse di medie dimensioni e la lama molto tagliente» . «Tutti gli indumenti della porzione del corpo, ad eccezione delle spalline – aggiunge - hanno subito danneggiamenti da lama».
ORE 18:10 - ANALIZZATI ANCHE I SASSOLINI NEI TACCHI
Anche i clasti (sassolini) inseriti nel solco del tacco di Elisa Claps sono stati analizzati da Eva Sacchi, e la perizia merceologica è in grado di restituire il fotogramma di uno degli ultimissimi momenti della vita della ragazza di Potenza, dimostrando che Elisa nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza ci arrivò viva, e che qui fu uccisa. “La posizione dei clasti profondamente inseriti nei solchi del tacco fanno presumere che tale collocazione possa essere stata raggiunta durante la normale locomozione, e fanno ritenere che essi avrebbero causato un sensibile fastidio nella normale deambulazione – scrive il perito -. Si ritiene quindi altrettanto probabile che l’inserimento del clasto nel tacco sia avvenuto nel sottotetto durante l’ultimo intervallo di vita della vittima”. Per la Sacchi, “l'inserimento dei clasti nel tacco dovrebbe essere avvenuto in un momento poco o immediatamente precedente il momento del delitto”. Al perito il gip aveva chiesto di procedere ad accertamenti tecnici anche sulle travi segate proprio sopra il `giacigliò in cui è stato riposto il cadavere: quella feritoia ricavata nel sottotetto, servita a far disperdere i miasmi. La Sacchi scrive in proposito che la apertura sarebbe stata praticata con un “cacciavite spaccato di piccole dimensioni”. “Il numero elevato delle tracce, la presenza anche in corrispondenza delle tavole su cui poggiano le tegole fanno pensare a operazioni condotte frettolosamente e senza metodo”, conclude il perito.(la gazzetta del mezzogiorno)
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