E’ stata una due giorni di intensa attività Politica, alla quale Noi delegati materani, abbiamo dato, grazie alla nostra presenza, un contributo fattivo per la costruzione della “fase 2” di Futuro e Libertà per l’Italia.
Un appuntamento simbolicamente fissato per il 17 ed il 18 di marzo, proprio nelle date che verosimilmente hanno segnato l’Unita d’Italia, mentre il Capo dello Stato assieme al Presidente della Camera Gianfranco Fini, tiravano le somme dei 14 mesi di celebrazioni del 150°.
Molti degli ottimi interventi, hanno rimarcato la necessità di superare la Seconda Repubblica, in modo da sottrarre FLI dalle faide e dalle contrapposizioni ideologiche che nulla hanno prodotto, se non segnare un distacco netto fra i Palazzi e la società civile.
“Non centristi ma centrali”, ha affermato il Presidente Fini durante il Suo lungo e lucido intervento a Pietrasanta. “diventare protagonisti attraverso la costruzione di una federazione di partiti, ognuno con la propria identità, senza confluire in calderoni unici e pasticciati rispetto ai quali abbiamo già dato”; e ancora – musica per le Nostre orecchie – “mai più con il PDL”.
Proprio questo volevamo sentire, soprattutto Noi lucani, alla luce delle vicende consumatesi a Matera città. Ricambio generazionale, ricambio etico, primarie, e alleanze basate sui programmi. Ecco le ricette pilota del secondo tempo di Futuro e Libertà.
Nessuna sudditanza rispetto all’UDC, che l’On. Menia ha attaccato senza veli, in riferimento alla spallata inflitta a tutto il Terzo Polo a Palermo, dove Casini “ha preferito il malaffare ed il PDL , invece di rompere con il passato”; durissimo Roberto Menia, ma apprezzato, molto da tutti.
Proprio sulle ambiguità del’UDC, FLI ha indirizzato parte delle riflessioni politiche durante la Convention: ed è proprio su queste ambiguità, oltre che sulla inconsistenza del PDL, oramai consegnato alla storia, che FLI di Matera esce rinvigorito da questa due giorni, sicuro di poter intraprendere la strada dei cittadini e degli interessi della comunità, con la forza delle proprie ragioni.
Le battaglie siamo pronti ad affrontarli, anche da soli, perché sappiamo di avere dalla nostra l’appoggio degli elettori stanchi di assistere turlupinati da un egoismo che ha riportato in auge il tema della “questione morale” nei partiti.
