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mercoledì 23 maggio 2012

CREDITI E DEBITI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE Patriciello: “Tuteliamo anche le Regioni sottoposte al Piano di rientro, toccate anch’esse dalle difficoltà economiche del momento”


Ieri la Presidenza del Consiglio dei Ministri, insieme ai Ministeri dello Sviluppo e dell’Economia, ha presentato il pacchetto di iniziative predisposto dal Governo italiano che disciplina i rapporti di credito e debito della Pubblica Amministrazione e le imprese fornitrici escludendo però da tale Decreto, quali beneficiari dei fondi stanziati, le Regioni sottoposte al Piano di Rientro Sanitario. Per tale motivo, consapevole che anche tali Regioni debbano essere sostenute in un momento di profonda difficoltà economica, l’On. Aldo Patriciello ha presentato, insieme agli On.li Rivellini e De Mita, una interrogazione alla Commissione Europea con la quale chiede che vengano inglobate nel pacchetto di iniziative in oggetto anche le Regioni con Piano di Rientro.
“I primi due decreti ministeriali - spiega Patriciello nell’interrogazione -riguardano la certificazione dei debiti non scaduti ma iscritti a ruolo, in particolare il primo riguarda la certificazione dei crediti verso gli Enti locali, compresi quelli del Servizio sanitario nazionale. Il terzo decreto ministeriale prevede invece la creazione di un’assicurazione gratuita per le imprese in modo che il credito vantato dalle aziende possa essere garantito dal fondo centrale di garanzia. Pur condividendo e apprezzando la volontà, indispensabile per l’intero tessuto imprenditoriale italiano, di fornire liquidità alle aziende tramite il supporto del sistema bancario o attraverso compensazioni di crediti e debiti nei confronti della P.A. tale meccanismo risulta applicabile solo ad alcune Regioni, ed in particolare verrebbero escluse le Regioni al centro di un piano di rientro dal disavanzo. I decreti così formulati, pertanto, farebbero emergere la paradossale condizione di una Regione sempre più posta ai margini dell’integrazione europea e strutturalmente impossibilitata ad equipararsi agli standard comunitari. Questo significa che l’esclusione di alcune regioni italiane dai decreti che assicurano lo sblocco dei crediti che le imprese vantano nei confronti della Pubblica Amministrazione danneggi il tessuto imprenditoriale delle regioni escluse, introducendo nell’ordinamento una discriminazione su base territoriale suscettibile di arrecare danni economici e disparità commerciali rilevanti. Questo potrebbe, inoltre, rallentare la possibilità che le stesse regioni si adeguino agli standard europei.
Penso quindi, insieme ai miei colleghi europarlamentari, che l’applicazione di tali decreti a tutte le regioni italiane, senza esclusione, permetterebbe un più agevole recepimento della direttiva europea 7/2011 che dal marzo 2013 dovrebbe obbligare tutti gli Stati membri a tagliare i tempi di pagamento a 30 giorni con possibili deroghe fino a 60 giorni. Voglio ricordare, infine, che il problema dei debiti commerciali della Pubblica Amministrazione ammontano a circa 60 miliardi di euro, nei confronti delle imprese private”.

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