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mercoledì 30 maggio 2012

TERREMOTO IN EMILIA: BENEDETTO, INTERVENTO REGIONE E VOLONTARI LUCANI PIU’ CONSISTENTE

“L’invio di tre squadre di tecnici lucani nelle aree dell’Emilia Romagna colpite dal sisma, disposta dall’Ufficio regionale di Protezione Civile, è sicuramente un positivo segnale di cooperazione istituzionale tra Regioni e di solidarietà, ma non è sufficiente”. A sostenerlo è il presidente del gruppo IdV in Consiglio Regionale Nicola Benedetto per il quale “l’aggravamento della situazione di vita per le comunità emiliano-romagnole dovuto alle scosse sismiche infinite richiede un intervento della Regione Basilicata più consistente in uomini e mezzi. L’assessore Mancusi ci ha informato che la Protezione Civile della Regione Basilicata è disponibile ad allestire e gestire un campo attrezzato per circa 250 persone ed anche questo – continua – è una risposta limitata. Per essere all’altezza dei bisogni immediati dei cittadini e delle istituzioni locali in Emilia Romagna – evidenzia Benedetto – si può e si deve fare di più utilizzando la professionalità e l’impegno del Gruppo Lucano di Protezione Civile, di decine e decine di associazioni di volontariato che hanno acquisito esperienze sul campo in tante situazioni di emergenza, ultima in ordine di tempo a L’Aquila per il terremoto, e richiedono solo di essere coordinate dall’Ufficio Regionale di Protezione Civile e dalle autorità delle zone colpite dal sisma. E’ questo il momento di ricambiare la generosa solidarietà che le popolazioni lucane hanno ricevuto in occasione del tremendo terremoto 1980 dalla Regione Emilia, Province e Comuni, da volontari, imprenditori e semplici cittadini. La priorità adesso è l’assistenza ai cittadini assicurando un ricovero a chi lo ha perso. Subito dopo – dice il capogruppo IdV – si può pensare di ripetere l’esperienza positiva che ha visto Enti Locali dell’Emilia “adottare” nostri municipi e quindi avviare protocolli di cooperazione con comuni del Modenese fortemente danneggiati dal sisma di questi giorni. Ci sono sindaci lucani “formati” nella tremenda esperienza del terremoto 1980 che possono guidare i colleghi emiliani come i nostri tecnici che hanno svolto tutte le complesse fasi di messa in sicurezza dei centri abitati prima e di ricostruzione dopo. Un’altra idea: la scuola di restauro di Matera si metta a disposizione del patrimonio artistico e culturale emiliano che è stato danneggiato, e nostri operatori culturali partecipino a salvare tutto quanto di quel patrimonio è possibile ancora salvare”.

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