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lunedì 28 maggio 2012

PATTO STABILITA’: BENEDETTO, I COMPITI CHE ATTENDONO LA GIUNTA

“Se i quattro decreti presentati dal Governo la scorsa settimana distendono in parte il clima e quindi ha fatto bene il Consiglio a riaprire il confronto con le associazioni di “Pensiamo Basilicata” prima di definire un documento di intenti, è comunque il caso di evidenziare che i decreti riguardano solo attività, imprese, fornitori in credito nei confronti della P.A. Per chi non è in credito, proprio perché i provvedimenti del Governo Monti non prevedono nulla, dobbiamo pensarci noi, pur consapevoli dei margini ristretti che abbiamo”. A sottolinearlo è il capogruppo di IdV in Consiglio Regionale Nicola Benedetto, evidenziando “il ricorso ad iniziative politiche ed istituzionali per rivendicare dal Governo misure di alleggerimento del Patto, per rilanciare in parte l’economia urge utilizzare al più presto tutti i fondi fuori patto in primis quelli che riguardano le emergenze. Si può e dunque si deve accelerare l’attuazione degli interventi per 14 milioni di euro - ed eventualmente integrare con altri fondi – in quanto l’ordinanza è soggetta a contabilità speciale, pertanto fuori patto, oltre che dare risposte al territorio. Mi riferisco all’alluvione della primavera 2011 nel Metapontino”. Nel ribadire gli obiettivi di tenere fuori dal Patto i fondi terremoto e le royalties del petrolio, Benedetto ne ha indicati altri: accelerare la spesa su interventi con fondi europei, i quali fanno parte del Patto solo per il 50%, ovvero la quota a carico della regione basilicata; anche per i fondi investimenti per la sanità, esistono risorse consistenti da liberare e che si riferiscono principalmente alle strutture-infrastrutture, da noi l’Ospedale Unico di Lagonegro che rappresenta uno dei maggiori mega-appalti di opere pubbliche e reparti e padiglioni del San Carlo di Potenza. Sulla questione degli appalti – ha detto il capogruppo IdV - c’è una novità negativa: il Dipartimento Infrastrutture con determina dirigenziale del 18 aprile scorso individua Potenza come unica stazione appaltante. Voglio ricordare che l’Ufficio Difesa del Suolo di Matera ha sempre avuto un ruolo rilevante perché si occupa della ricognizione delle opere infrastrutturali regionali esistenti, individua le opere rimaste incompiute e da tale ricognizione scaturisce la pianificazione regionale degli interventi da realizzare e cura le relazioni con gli organi statali per il reperimento dei fondi necessari per finanziare gli enti locali”. A parere di Benedetto “la scelta del Dipartimento Infrastrutture è incomprensibile ed ingiustificata e comporta che mentre sinora per interventi a gare ristrette si tenevano in considerazione le piccole imprese del territorio, oggi si verifica bandi di gara che spostano l’attività sugli uffici di Potenza depotenziando Matera, e di fatto favorendo imprese che arrivano solo da Potenza se non da fuori regione. C’è anche un altro aspetto non secondario: invece di sburocratizzare e ridurre i tempi relativi alle gare di appalto l’unica stazione appaltante, accentrando ogni compito-funzione, rischia di aggravare ancora la situazione contrassegnata da lungaggini. Diventa più difficile controllare”. Per il capogruppo IdV “l’unico modo efficace per contrastare il disagio socio-economico che continua a diffondersi nelle nostre comunità locali, se non vogliamo continuare a far ricorso all’assistenzialismo: creare più posti di lavoro e favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese. Il mio auspicio, pertanto, è che le preghiere del Presidente della Cei della Basilicata Monsignor Superbo arrivino al cuore degli assessori Viti (Formazione-Lavoro) e Pittella (Attività Produttive) perché l’asse strategico, già cigolante, da loro costituito in occasione della nuova giunta, produca un Piano pluriennale regionale del lavoro che non si limiti alle enunciazioni di principio o peggio ancora introduca nuove aspettative tra disoccupati giovani e padri di famiglia destinate ancora a suscitare nuove delusioni. Ultima riflessione: le problematiche della finanza regionale non possono essere più affrontate dall’Ufficio di Presidenza della Giunta e nello specifico attestate direttamente al leiPresidente. Esse sono sempre più complesse e richiedono pertanto un Ufficio specifico – come era un tempo il Dipartimento Bilancio-Programmazione – delle giunte regionali delle precedenti legislature. In attesa che si metta mano al vecchio Statuto della Regione e quindi si torni al Dipartimento Bilancio-Programmazione attraverso una diversa articolazione delle competenze dipartimentali e quindi delle deleghe assessorili, per esempio accorpando Ambiente e Territorio – afferma Benedetto - si può pensare ad una delega specifica ad un esperto che abbia le doti del buon padre di famiglia e al tempo stesso del manager di finanza. Sono certo che in questo caso sarebbero soldi ben spesi perché ce li farebbe guadagnare attraverso il lavoro quotidiano contro gli sprechi che si annidano specie negli enti sub regionali e in troppi uffici e perché terrebbe i conti in ordine con l’attenzione dovuta agli investimenti e alla spesa dei programmi comunitari”.

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