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giovedì 24 maggio 2012

Come rapinare una banca

di Michele Santoro

La Nuova Compagnia Instabile “Napolinscena”, composta da Francesco D’Andria, Ascanio Cimmino, Carla Scassillo, Mimmo Macrì, Monica Gambardella, Betty Calcagno e Roberto Grande, di Taranto ha portato in scena, a Taranto, con la regia di Ascanio Cimmino, una commedia in tre atti del commediografo Samy Fayad dal titolo “Come rapinare una banca”.
Samy Fayad, autore teatrale e radiofonico, oltre che giornalista, è nato a Parigi nel 1925, da genitori libanesi. All’età di tredici anni si è trasferito a Napoli, dove ha trovato l’humus necessario per la stesura di alcune sue commedie che sono state interpretate da grandi attori del teatro partenopeo (Peppino De Filippo, Nino Taranto, Antonio Casagrande, Dolores Palumbo, Regina Bianchi, Beppe Barra, Marzio Onorato e altri ancora).
Il Teatro di Fayad è stato rappresentato in moltissimi stati del mondo.
E’ la famiglia napoletana, del secolo scorso, il fulcro e l’ambientazione di quest’opera teatrale; in essa si ritrovano personaggi rappresentativi frutti di miseria e fantasia:
Un capofamiglia, Agostino Capece, nullafacente, sognatore in continua attesa di finanziamenti per una sua improbabile invenzione: un “clarinetto a pedale” per musicisti malati di asma bronchiale. E’ attorno a questo personaggio che gira tutta la commedia: è’ lui che dà i tempi sulla scena e che con la sua intelligenza fatta fantasia, coordina come “rapinare una banca”. (Francesco D’Andria)
Suo padre, figura classica della commedia napoletana che vive nella stessa casa e che ostenta saggezza. (Ascanio Cimmino).
Un figlio nullafacente coccolato dalla madre (Mimmo Macrì)
Una figlia ribelle incinta. (Monica Gambardella)
La figura della moglie e madre che, pur in secondo piano, sulla scena è la vera “capa d’a casa”, stoica, sempre pronta a prendere su di se le disgrazie della famiglia, nate dai fallimenti del marito, ed a coprire le malefatte dei figli con un grande amore. (Carla Scassillo)
Al gruppo si aggiunge, come capita spesso , una figura d’intruso nel menage familiare che, in questo caso, è quello di una vedova (Betty Calcagno) che cercando il suo gattino si trova improvvisamente nella casa Capece, prima, e, poi, nel caveau della banca, nella quale l’allegra famigliola è riuscita ad entrare, passando da un tombino. Naturalmente la giovane vedova svagata finisce con intralciare il piano di “rapinare una banca” messo a punto dal capofamiglia Agostino.
L’epilogo dell’opera è sotto gli occhi di un attonito direttore dell’agenzia Banco Meridionale che, all’indomani della burrascosa nottata vissuta dalla famiglia, troverà all’apertura, nei suoi uffici, un manipolo di curiosi personaggi accasati nella sua banca! (Roberto Grande).
La scena della commedia di Fayad, si sviluppa nella Napoli del dopoguerra, ancora tutta in ricostruzione e con un sottosuolo fatto di tante vie che creano nella fantasia di Agostino Capece il desiderio di una ricchezza, a portata di mano, che si trova nella banca a fianco al loro “vascio” raggiungibile, appunto, facilmente dal sottosuolo e da un tombino.
E’ il momento sperato dal capofamiglia per sovvenzionare l’invenzione del “Clarinetto a pedale”! Il tutto scorre con momenti esilaranti che creano continue risate di gusto negli spettatori.
Sono gli uomini con le loro esistenze impregnate di miseria, semplicità ma anche ingegno e dignità, a restituire un valore alla vita di questo curioso e meraviglioso mondo.
 La compagnia instabile “NapolinScena” nasce dall’amore e dalla passione di Francesco D’Andria per Napoli e il teatro del grande Eduardo De Filippo, resi concreti nel 1984 dalla messa in scena di “Natale in casa Cupiello”. Così, quasi per gioco, per sfida, dopo il successo ottenuto con questo cavallo di battaglia i protagonisti di questa avventura negli anni portano in scena gran parte dei testi del grande autore partenopeo, riuscendo anche a sostenere con una partecipazione economica la realizzazione di una scuola in Zaire, in una missione saveriana. Negli anni successivi, la stretta e intensa collaborazione con l’Associazione Capital, grazie all’attenta e preziosa regia di Federico Passariello Jr e al contributo organizzativo di Antonello Papalia, contribuisce alla crescita artistica ed espressiva del gruppo originario, ormai allargatosi.
 La vera grande ambizione della compagnia rimane quella di trasmettere la napoletanità in tutte le sue sfaccettature e far vivere momenti di puro divertimento e leggera spensieratezza al pubblico in sala. Anche se non c’è il grande Eduardo, con uno dei suoi capolavori, a tenere a battesimo l’inizio di questa nuova avventura teatrale, non poteva mancare Napoli e l’amore per questa meravigliosa città, protagonista assoluta del lavoro di Fayad.

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