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lunedì 3 ottobre 2011

La visita del Presidente della Camera,Gianfranco Fini,a Matera. Le parole della città.



L’intervento del sindaco Salvatore Adduce all’inaugurazione dell' anno scolastico con il presidente della Camera Gianfranco Fini
Ecco l’intervento del sindaco di Matera, Salvatore Adduce, all’inaugurazione dell’anno scolastico alla presenza del Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini. Al termine dell’incontro il sindaco, così come ha fatto nei giorni scorsi con il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e con il Presidente del Senato, Renato Schifani, ha consegnato al presidente della Camera dei Deputati, on. Gianfranco Fini, una lettera sulla candidatura di Matera a Capitale europea della Cultura 2019 (in allegato).
A nome della città di Matera desidero dare il benvenuto
All’ Onorevole Presidente della Camera dei Deputati, on. Gianfranco Fini
Un saluto cordiale
A Sua Eccellenza il Sig. Prefetto
Agli Onorevoli Parlamentari
A Sua Eccellenza l’Arcivescovo
A tutte le autorità civili, militari, religiose,
agli insegnati e dirigenti scolastici
alle signore e ai signori presenti
E un affettuoso saluto ai
carissimi ragazzi e ragazze presenti
Presidente Fini,
è un grande onore oggi averLa qui per questa solenne inaugurazione dell’anno scolastico. 
A nome della città di Matera La ringrazio calorosamente per avere accettato l’invito. 
E ringrazio il Direttore della Direzione Regionale Scolastica per aver voluto questo importante evento a Matera.
E’ un anno molto speciale, quello in corso: è l’anno in cui festeggiamo il 150° dell’unità nazionale.
Un’unità che  - ci ha ricordato il Presidente della Repubblica – non è soltanto una conquista raggiunta un secolo e mezzo fa grazie al valore e all’eroismo di migliaia di giovanissimi patrioti, ma un valore che rinnoviamo ogni giorno, che abbiamo saputo trasformare in un bene collettivo, un bene che ora si estende non solo al nostro Paese, ma all’Europa, a cui l’Italia ha aderito subito, diventando membro fondatore della comunità europea nel 1958.
In queste settimane si svolgono grandi discussioni sulla crisi economica. In particolare, sulla difficoltà di far quadrare i conti delle famiglie, sui problemi del lavoro, sul come preparare un futuro positivo per i figli. 
E anche sulle difficoltà della scuola. 
Dei tagli che rischiano di menomare persino uno dei grandi diritti che i padri della Costituzione hanno messo al centro di un testo che ancora oggi è la stella polare della nostra comunità nazionale: il diritto allo studio, all’istruzione, alla formazione, alla cultura, al lavoro.
150 anni fa noi eravamo molto più indietro di oggi. 
La nostra nazione aveva un tasso di analfabetismo che la poneva agli ultimi posti del mondo civile. E qui, in Basilicata, nel profondo Sud dell’Italia, la situazione era ancora più arretrata e la povertà si univa a livelli di analfabetizzazione davvero insopportabili. Bambini e ragazzi come questi non andavano a scuola ed erano costretti a lavorare fin da piccoli. 
Molti, quasi tutti, i nostri antenati non parlavano italiano, ma un dialetto, ed era impossibile persino capirsi, parlarsi, fare affari, comprendere altre culture. 
Solo dopo la Seconda guerra mondiale, quando grazie alla Resistenza e alla lotta di Liberazione, alla quale anche Matera diede il suo contributo di sangue e per cui attende l’onorificenza al valor civile, evitammo che la nazione si spaccasse, trasformando quella grande tragedia in una opportunità collettiva. L’Italia seppe in maniera straordinaria dar prova di lungimiranza, con una ricostruzione che ci portò ad essere tra i paesi più avanzati al mondo, favorita proprio da uno sviluppo del sistema scolastico davvero eccezionale.
Essere giovani vuol dire vivere un momento bellissimo della vita. 
E’ la fase in cui tutti i giorni si apprende qualcosa di nuovo, una fase in cui ci vengono messi a disposizione gli strumenti per crescere, per fare delle ambizioni individuali un motore per il bene di ognuno e di tutti.
Noi abbiamo bisogno del sapere dei giovani; abbiamo bisogno del loro studio; abbiamo a cuore la loro crescita culturale che è il principale vantaggio competitivo di una persona. Quanto più si è preparati, tanto più si hanno occasioni di lavoro, ma soprattutto si ha modo di capire dove va il mondo e si sa reagire opportunamente anche alle difficoltà e alle crisi.
E’ una scelta alla quale esortiamo i giovani non solo mettendo a disposizione il lavoro dell’Amministrazione che ho l’onore di guidare, ma soprattutto indicando un obiettivo comune, al quale nelle prossime settimane desideriamo chiamare , le famiglie, gli insegnanti insieme a tutta la comunità.
L’obiettivo è quello di far diventare Matera Capitale Europea della Cultura.
Questo titolo toccherà a una città italiana nel 2019. 
Noi, tutti insieme, Presidente della Regione, Presidente della provincia di Matera, Sindaco di Potenza, Presidente della Provincia di Potenza, Presidente della Camera di Commercio di Matera, Rettore dell’Università della Basilicata, abbiamo trasformato in un comitato istituzionale un’idea che ci è stata offerta già qualche anno fa proprio da un gruppo di giovani, sostenuti dal Sindaco che mi ha preceduto. Giovani preparati, forti di buone basi culturali e pronti a scommettere sul futuro di tutta la nostra comunità, hanno scoperto che questa candidatura è possibile.
Ora, io non so se Matera diventerà capitale europea della cultura – si deciderà fra due anni. 
Intanto sono certo che la stessa candidatura è importante, vitale, necessaria, per Matera, per la Basilicata e per tutto il Mezzogiorno. E, Onorevole Presidente Fini, forse per tutta l’Italia visto che questo titolo non è mai toccato ad una città del Sud.
Dopo essere diventata patrimonio dell’umanità, grazie al lavoro di altri giovani che negli anni Sessanta capirono che i Sassi e l’Altopiano murgico erano una straordinaria ricchezza, una bellezza mondiale, Matera oggi si gioca questa nuova sfida. 
La gioca innanzitutto per i ragazzi!  perché possano essere ancora più orgogliosi del luogo in cui abitano, in cui sono nati,  in cui i genitori hanno deciso di vivere. E perché questo luogo possa crescere ed offrire buone opportunità e migliore qualità della vita a tutti.
Sono proprio questi ragazzi che ci aiuteranno. Studiando, apprendendo, discutendo, rendendo più preparate le loro giovani intelligenze. 
Perché ogni granello di sapere in più sarà uno stimolo per migliorare la qualità del nostro territorio, del nostro paese, dell’Europa. 
E grande leva a cui appoggiarsi per far crescere l’idea di Matera Capitale Europa della Cultura.
Auguri e buon anno scolastico a tutti.




Il testo della lettera sulla candidatura di Matera a capitale europea della Cultura 2019 che il sindaco Adduce consegna all’on. Fini al termine del suo intervento.


Onorevole  Presidente,



E’ noto che nel 2019 l’Italia avrà l’opportunità di ospitare la capitale europea della cultura.

Dopo Firenze, Bologna, Genova, sarà di nuovo una città italiana a poter raccontare il cambiamento in atto nel nostro Paese, le sue tradizioni, le sue lingue e dialetti, le sue eccellenze materiali e immateriali.

Matera, patrimonio dell’umanità dal 1993, ha deciso di candidarsi a tale titolo.

L’ha fatto innanzitutto su uno stimolo che è partito dal basso, da un gruppo di giovani che ha intuito come l’Europa sia la nostra principale prospettiva di futuro. Da questa intuizione è nato un gruppo di lavoro scientifico e istituzionale, che ha dato vita nel luglio scorso ad un Comitato promotore di cui fanno parte, oltre alla Città di Matera, la Regione Basilicata, la Provincia di Matera, la Città di Potenza, la Provincia di Potenza, l’Università della Basilicata e la Camera di Commercio di Matera.

Nelle prossime settimane lanceremo il coinvolgimento di tutti i 131 comuni lucani, che parteciperanno già ad una prima iniziativa coordinata in occasione dell’ VIII° Forum del Libro che si terrà nella nostra città nei giorni 21 e 22 ottobre. In quei giorni, in tutte le scuole della regione, di ogni ordine e grado, si leggerà una pagina di un autore lucano, dalla tradizione classica fino ai giovani scrittori della nostra terra, passando attraverso i grandi classici del Novecento, da Rocco Scotellaro a Leonardo Sinisgalli, da Carlo Levi a Pier Paolo Pasolini.

Oltre alla lettura e alla letteratura, punto di partenza di una riflessione sulla nostra cultura di base, che non può che nascere dalla parola, dalla riflessione, noi continueremo a lavorare sulle altre grandi linee guida della cultura nazionale: quella della musica, quella figurativa, attraverso l’eccellenza delle arti e della scultura, quella del cinema, che ancora recentemente – dopo i classici del passato, ovviamente ancora legati alla riscoperta dei Sassi fatta da Pasolini – ha portato alla ribalta Matera non solo come scenario straordinario ma anche e soprattutto come luogo di produzione di immagini in movimento innovative, fresche, vitali.

Non mi dilungo sulle nostre ambizioni, e sulle nostre possibilità.

Vorrei invece chiudere questa mia breve comunicazione, fatta ovviamente anche a nome di tutti i colleghi che fanno parte con me del Comitato Matera 2019: la candidatura di Matera vuole essere, sessant’anni dopo la visita di De Gasperi nei Sassi e la presentazione di proposte di legge per il risanamento da parte dell’on. Michele Bianco e dell’on. Emilio Colombo, non solo una azione locale, ma raccontare invece una storia emblematica di riscatto, un riscatto di tutto il Sud, vorrei dire dei sud del mondo. Una città emblematica, che lavora per la pace, per l’integrazione, per il rapporto positivo tra identità urbana e identità agricola, che ha dato vita recentemente proprio alla Carta di Matera, documento d’intenti sottoscritto dal presidente dell’Anci e da 2500 sindaci, dedicata al valore dell’agricoltura nel futuro del Paese.

Nei prossimi mesi amplieremo il nostro lavoro coinvolgendo non solo i giovani delle scuole ma le loro famiglie, tutti i seicentomila abitanti della regione, i lucani emigrati in Italia e all’estero. Lo faremo con l’uso delle nuove tecnologie della comunicazione, aggiungendo innovazione alla tradizione.

Prepareremo inoltre le prime linee guida del nostro progetto di candidatura, in attesa che venga emanato il bando ufficiale che metterà i paletti e precederà la selezione della città che verrà prescelta, dall’Unione Europea e dal Governo Italiano, tra la prima e la seconda metà del 2014.

Sappiamo che saranno molte le candidate, a testimonianza del valore culturale del nostro Paese; noi saremo pronti ovviamente a competere ma soprattutto a sostenere chiunque venga prescelto a rappresentare la straordinaria tradizione e progettualità derivante dal sapere nazionale.

La ringrazio per l’attenzione che ci ha concesso, e resto a Sua disposizione se lo ritiene opportuno per un’audizione con tutti i deputati interessati, in particolare in sede di commissione cultura della Camera per illustrare in modo più approfondito le ragioni della candidatura.

Cordiali saluti

Sen. Salvatore Adduce
Presidente del Comitato Matera 2019



L'intervento del Presidente della Provincia di Matera, Franco Stella, all’inaugurazione dell' anno scolastico con il presidente della Camera, Gianfranco Fini


Onorevole Presidente della Camera, autorità tutte, civili, militari e religiose, Signori docenti, cari studenti,
in questa giornata che vuole essere di buon auspicio per tutti gli alunni, delle scuole di ogni ordine e grado, che hanno avviato un nuovo percorso di formazione, non possiamo esimerci dal riflettere seriamente sui gravissimi problemi che affliggono il Sud, la Basilicata e la nostra provincia; a partire proprio delle emergenze scaturite dai recenti tagli al mondo della scuola.
Nella provincia di Matera sono innumerevoli le scuole, soprattutto quelle primarie, che stanno affrontando situazioni difficili per la riduzione del personale Ata. Sottolineando come questi collaboratori svolgano un ruolo fondamentale, ribadiamo a gran voce come per la sicurezza non esistano deleghe né tanto meno deroghe. Non è pensabile ridurre le spese a danno della incolumità di bambini e ragazzi di cui, tra gli altri, siamo noi i responsabili.
Ma tantissime sono le ansie che affliggono la nostra terra. Il Rapporto Svimez 2011 non lascia dubbi interpretativi: relativamente all’occupazione la Basilicata ha registrato il calo maggiore d’Italia (dal 48,5 al 47,1%) dopo quello del Molise (dal 52,3 al 51,1%). Una disoccupazione che aumenta con 14,7 punti percentuali in più dell’anno passato. All’interno di questo ambito, veramente drammatica è la situazione dei laureati lucani fuori  dal sistema formativo e del mercato del lavoro. Dati allarmanti che amplificano la questione della strutturale carenza di opportunità di lavoro al Sud e che condanna la nostra terra a una fuga di cervelli che in dieci anni ha visto emigrare migliaia di persone. Intelligenze che hanno fatto la fortuna di altre parti di Italia, e più spesso di altre parti del mondo, lasciando il nostro amato Mezzogiorno orfano di prospettive.  
La  Basilicata, inoltre, arriva a registrare il calo maggiore dell’attività produttiva a livello nazionale (ricordiamo, -1,3%) a causa della caduta dei settori costruzioni (-8,4%) ma anche servizi (-0,6%). PIL – Media annua 2000-2010: Basilicata (-0,7%). In pratica, è come se per dieci anni la produzione della Basilicata non fosse mai aumentata ma, anzi, fosse diminuita costantemente. E poi c’è ancora la questione dei danni post alluvioni (che ha fagocitato nel baratro centinaia di imprenditori locali ancora in attesa degli aiuti nazionali e oggi vittime dell’usura), che ha  riportato alla ribalta la questione del dissesto idrogeologico, mai affrontata con volontà risolutiva, e ha riproposto la questione del gap infrastrutturale che caratterizza una regione che senza collegamenti seri con l’esterno è condannata alla condizione di arretratezza troppo spesso imputata a incapacità endemiche 
dei meridionali. Un Piano per il Sud limitato che non abbiamo neanche la certezza si realizzi, ritengo non possa essere considerata la soluzione.
Sul fronte dei tagli, inoltre, sarebbe stato opportuno valutare meglio quali sono i costi della politica che realmente incidono sul bilancio statale e che hanno contribuito all’appesantimento del debito pubblico più grosso d’Europa. 
Tagliare le Province determinerà un vuoto, uno scardinamento istituzionale che, sia per i cittadini, e ancor peggio per le imprese, costerà molto più dei ventilati presunti risparmi. I dati sono inequivocabili: a fronte di una spesa pubblica di 815 miliardi di euro, la spesa politica per le Province è di 113 milioni di euro (pari all’1% della spesa complessiva). Credo quindi che il taglio di un ente, che costa così poco ai cittadini, non possa rappresentare una risposta decisiva alla necessaria razionalizzazione della spesa.
Siamo convinti, egregio Presidente, che la Sua presenza, oltre a essere motivo di orgoglio per la nostra provincia, possa essere motivo di buon auspicio per le urgenze da noi rappresentate che, siamo sicuri, troveranno capienza nell’agenda delle priorità del Governo.


FRANCO STELLA
Presidente della Provincia di Matera




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