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giovedì 25 ottobre 2012

SEN. DIGILIO, GOVERNO NON ARRETRA DI UN MILLIMETRO

“Ad ascoltare il Ministro Patroni Griffi nell’audizione in Prima Commissione del Senato (Affari Istituzionali), dove si infittisce il pressing di senatori del Pdl per “salvare” i Presidenti uscenti delle Province consentendo la loro candidabilità alle politiche della prossima primavera, è sin troppo chiaro che sulla questione Province il Governo non arretra di un millimetro”. E’ quanto sostiene il sen. Egidio Digilio (Fli) componente della stessa Commissione e coordinatore regionale lucano per Fli. “Il Governo – aggiunge – vorrebbe ipotecare persino la nuova legislatura parlamentare sostenendo la tesi che anche qualora non fosse possibile approvare il progetto di riforme costituzionali entro il termine di questa legislatura, successivamente si potrebbe utilizzare la procedura abbreviata prevista dai Regolamento delle Camere per i disegni di legge approvati nella precedente legislatura da un ramo del Parlamento. Ovviamente l’auspicio è che la politica e il Parlamento dalla primavera prossima finiscano la “fase di transizione” e si riprendano la piena facoltà di decisione specie in tema di riforme costituzionali. 
Lette da Palazzo Madama, tra una seduta e l’altra di Commissione, le dichiarazioni, le note, i comunicati diffusi a Potenza e a Matera – continua Digilio – rimpiccioliscono ancora di più la classe dirigente e politica della nostra regione sino ad apparire litigi tra comari. In altre realtà provinciali del Paese che vivono lo stesso clima “provincia o morte” c’è innanzitutto una reale partecipazione popolare e civile a testimonianza che l’Ente Provincia fa parte a pieno titolo del sentimento di appartenenza ad un territorio. Un caso esemplare è il movimento del Bellunese con in testa addirittura un vescovo che loda “un movimento che ha messo tutti d’accordo, che ha saldato posizioni diverse e che ha trovato la concordia nell’amore per il territorio” promuovendo fiaccolate accompagnate dal suono di campane delle chiese. E poi ci sono Governatori di Regione che non si piegano al centralismo statale e che stanno predisponendo, dopo il ricorso al Tar di alcune Province (prima fra tutte Matera), il ricorso alla Corte Costituzionale. Persino i sindacati, in alcune delle province a rischio, sono più presenti per rivendicare una riorganizzazione dei livelli amministrativi che elimini la frammentazione delle funzioni fra enti strumentali, enti intermedi, società collegate e punti su una dimensione territoriale in grado di integrare i servizi facendo scendere i costi. E poi ci sono i Comuni mobilitati in difesa della “loro” Provincia anche per non subire la stessa sorte. Da noi – conclude – si assiste ai vecchi giochi della Prima e Seconda Repubblica del rimpallo di responsabilità e del giro questuante tra i Ministeri”.

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