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sabato 27 ottobre 2012

TERREMOTO POLLINO: CSAIL-INDIGNATI, E’ SEMPRE RISCHI IN VAL D’AGRI-SAURO PER ATTIVITA’ PETROLIFERE

Filippo Massaro, Csail-Indignati Lucani

“L’evento sismico del Pollino dovrebbe riaccendere l’attenzione sul rischio sismico, sempre presente, in Val d’Agri-Sauro e quindi sulle conseguenze per l’attività estrattiva di petrolio. Noi Csail-Indignati Lucani, continuiamo a richiamare la responsabilità di tutti quelli – a partire dalla Regione – hanno specifiche responsabilità. Del resto solo qualche mese fa, a luglio, a Grumento Nova, si è tenuto un interessante incontro scientifico su “petrolio, acqua e rischio sismico in Basilicata” organizzato dall’Amministrazione Comunale di Grumento Nova per fare il punto sulla cruciale e prioritaria questione delle interferenze tra le attività petrolifere, circuito dell’acqua e rischio sismico in Basilicata e in Val d’Agri . Se qualcuno l’ha già dimenticato è il caso di ricordare le parole del prof. Franco Ortolani (direttore di cattedra all’Università di Napoli, Federico II): “Nella Val d’Agri, le rocce serbatoio costituite da rocce carbonatiche che si rinvengono tra 3 e 6 km. di profondità, sono interessate da faglie attive che nel 1857 hanno originato uno dei più disastrosi sismi della storia italiana. Nella Val d’Agri, nella zona del lago Pertusillo e del centro oli di Viggiano, furono registrati effetti dell’XI grado Mercalli. È evidente che attività che perturbino in qualche modo gli equilibri precari lungo le faglie attive in rocce che sono state interessate dalle lente deformazioni crostali, che caratterizzano questa parte dell’Appennino meridionale, e che da circa 150 anni stanno accumulando energia tettonica, non incrementano la sicurezza dell’area». Nessuna intenzione di fare allarmismo, ma più semplicemente da parte nostra – continua Filippo Massaro - c’è l’impegno a tenere alta l’attenzione perché in tutti gli studi dell’Istituto Nazionale di Geofisica è scritto che la Val d’Agri è una delle aree italiane a maggiore potenziale sismo genetico e che il recente sviluppo urbanistico, in particolare nella parte alta della valle (Villa d’Agri, Viggiano, Corleto), e la presenza di infrastrutture legate all’attività di estrazione e raffinazione di idrocarburi, contribuiscono ad accrescere il rischio sismico dell’area, che è già stata colpita da un terremoto distruttivo nel 1857. Ciònonostante si intende intensificare da parte dell’Eni le attività estrattive lungo le faglie sismiche appenniniche lucane come nel caso di un pozzo di reiniezione, il Monte Alpi 9 or, da realizzare lungo la faglia sismica di Grumento Nova. Pertanto è indispensabile aggiornare lo studio oltre che in materia sismica in materia geologica tenuto conto del diffuso stato di dissesto e dei rischi sempre attuali lungo le sponde dell’Agri e contestualmente aggiornare i piani comunali e comprensoriali di Protezione Civile e un piano di evacuazione per tutelare l’incolumità dei cittadini abbandonati al “caso” .

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