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mercoledì 2 maggio 2012

CSAIL-INDIGNATI: IN DISTRIBUZIONE GLI “EURO VITO”

Si chiama “Euro Vito” ed è la banconota coniata dal Csail-Comitato Indignati e messa in distribuzione dallo stesso Comitato in occasione del Primo maggio (scaricabile dal sito www.csail.it). La banconota rigorosamente in tagli da 500 petrol-euro è garantita dal Governatore-sceicco De Filippo ed oltre alla sua foto con il classico abbigliamento dello sceicco riproduce le immagini della “Zona Franca con un pozzo-trivella e del Palazzo di Governo-Sceiccato di Basilicata.
“Non potevamo scegliere occasione più simbolica del Primo Maggio – spiega il presidente del Comitato Filippo Massaro – che soprattutto in Val d’Agri-Sauro è stata una “non festa” con migliaia di padri di famiglia a rivivere il proprio dramma di senza lavoro. Da noi nessuno ha avuto voglia di festeggiare. Anzi con la banconota di “Euro Vito” abbiamo tentato di alimentare nuove speranze perché gli impegni del Governatore-sceicco se garantiti da moneta direttamente con la sua “faccia” possono risollevare il morale con l’illusione e il bluff di avere in tasca una banconota viola.
Sarà il nostro pure un atto goliardico ma – continua Massaro – se qualcuno avesse ancora dubbi sull’assenza assoluta di idee per superare l’attuale situazione di povertà e di degrado sociale economico e politico nel più ricco giacimento petrolifero d’Europa, consigliamo di leggere le parole di De Filippo diffuse ieri dalla sua agenzia personale: “Il primo maggio è una ricorrenza che assume sempre più valore nella nostra società e che ha visto il proprio senso profondamente cambiato nel corso degli ultimi anni”. E ancora: “Chiaramente c’è la necessità di anticipare l’ingresso nel mondo del lavoro e bisogna fare ogni possibile sforzo per cogliere questo risultato”. Tra stucchevoli frasi di circostanza e nauseante retorica ed impegni fumosi, - conclude Massaro - l’unica cosa che ha fatto, arricchendo la lunga corrispondenza intercorsa da anni, è una lettera all’a.d. Eni Scaroni: troppo poco. A meno che non voglia tirare fuori l’accordo commerciale con la Nigeria che dovrebbe favorire i nostri produttori alimentari, si badi bene, ad esportare salumi nel Paese che nell’area Nord ospita solo mussulmani.

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