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mercoledì 2 maggio 2012

Compagnia Astràgali Teatro (Lecce) Centro Italiano dell’International Theatre Institute dell’Unesco Presenta Divenire animale. Una commedia per Fabio Tolledi Sabato 5 maggio, ore 21, Teatro Comunale Obadiah di Oppido Lucano

Esiste una dimensione in cui la vita si possa dire umana al di fuori delle forme della polis? Si può ‘divenire animali’ in una prospettiva non umana seppure umanissima, libera dall’addomesticamento, dall’assoggettamento dell’altro e dal consumo? Sono alcune delle domande che muovono Divenire animale una commedia per Fabio Tolledi, il nuovo lavoro di Astràgali Teatro (sede italiana dell’International Theatre Institute dell’Unesco) che verrà presentato sabato 5 maggio, ore 21, presso il Teatro Obadiah di Oppido Lucano. Ultimo appuntamento della stagione teatrale 2012 Il teatro ti fa vedere promossa da Amministrazione Comunale di Oppido Lucano, curata da Aviapervia produzioni multimediali, con il patrocinio di Cose di teatro e musica s.r.l., Voglia di teatro, Regione Basilicata, Mibac.
Le domande prendono vita nella forma della commedia in un riso lacerante, ed è con questo riso che lo spettacolo interroga le forme della politica a partire dal concetto di politeia. Parola che indica una pluralità di campi tra governance, costituzione e diritto alla cittadinanza. Poiché, come ricordano le note di regia, “esiste, oggi, una prospettiva che appare quasi disancorata dalla polis, dalla politeia. Esiste una pratica che costruisce ancora muri e discriminazioni”.
La relazione con Uccelli di Aristofane, la commedia presentata per la prima volta nel 414 a.C., in un momento cruciale per la vita della democrazia ateniese, diviene dunque molto meno scontata e innocente della semplice messa in scena di un testo classico. Uccelli apre a una interrogazione sul destino della forma-città e della forma-stato imponendo una riflessione sulle categorie del politico, sull’azione del potere e sulla relazione tra l’animale e l’umano. E chiama in causa direttamente quel che accade, qui ed ora, in Grecia, a pochi passi da noi. “La Grecia”, ancora Tolledi, “ha segnato la nostra tradizione più profonda, incarnando la classicità, la Grecia ha segnato la questione della modernità e della forma-Stato per tutto il XIX secolo, e ora pone domande ineludibili sul destino della democrazia ai tempi del conflitto globale, ai tempi della crisi della forma-Stato. C’è una questione sostanziale, quella della consapevolezza del fallimento della città. Che è propria di un momento così significativo di crisi. Dire c’è crisi, significa affermare con evidenza la crisi della politica. La polis per vivere ha bisogno di una forma di governo, la politica è l’esercizio della polis. Nella dialettica che esiste tra cittadino e barbaro, tra colui che è all’interno del ruolo di cittadino e colui che ne è escluso, è chiara la relazione tra ciò che è riconosciuto ed ha statuto di esistenza e colui che non è riconosciuto, che è reso muto, non-persona”.
In scena: Lenia Gadaleta, Roberta Quarta, Serena Stifani, Fatima Sai, Antonio Palumbo, Gaetano Fidanza, Iula Marzulli, Manuela Mastria, Eleonice Mastria, Francis Léonési, Tiziana Pezzuto, Simonetta Rotundo, Stefania Romano, Chiara Verardi.
Consulenza filosofica: Benedetta Zaccarello. Musiche: Canio Fidanza e Gaetano Fidanza.

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