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giovedì 7 febbraio 2013

UN CARNEVALE SOCIALE DI DENUNCIA E DI PROTESTA

di Giuseppe Coniglio
TINCHI- Camici bianchi lacerati ed occhiali scuri per attestare simbolicamente la situazione di malasanità e di chi vuole vederci meglio per la salvaguardia non solo dell’ospedale ma in genere anche dell’ambiente, del territorio e del mare. Con questo inedito abbigliamento si sono presentati ai giornalisti ed ai convenuti, questa mattina, alla conferenza stampa, convocata all’ingresso del presidio sanitario di Tinchi, i principali esponenti del Comitato per la Difesa dell’Ospedale e di altre associazioni aderenti per fare il punto della situazione ed annunciare le nuove iniziative. L’archeologo Antonio Affuso ha spiegato le finalità che si propone il Carnevale Sociale di Tinchi, in programma sabato sera, con l’obiettivo di sensibilizzare la popolazione verso tematiche attuali e per rispondere così ad un vuoto politico. Un Carnevale, dunque, di protesta e di denuncia sulle situazioni di stallo che oggi vivono non solo gli ospedali di Tinchi, Matera e Policoro ma anche tutta la Valbasento, sempre più cattedrale nel deserto, l’ambiente e il mare con l’inquinamento e le trivellazioni nello Jonio, contro cui si battono oggi non solo gli organismi associativi ma anche alcune realtà imprenditoriali. “Un Carnevale -come ha ribadito in apertura Piero Giannace- per dare un senso alla battaglia contro il depauperamento del territorio e le false promesse degli ultimi anni.” Comitato e Associazioni non demordono dunque e annunciano altre iniziative, dopo la serie di impegni non ancora mantenuti. Giannace si è ampiamente soffermato sulla situazione del terzo piano dell’ospedale di Tinchi, chiedendo chiarezza e verifica dopo i collaudi finali del 1978. Ha quindi lamentato lo spreco di risorse pubbliche, come quelle destinate alla piscina terapeutica, e sollecitato la realizzazione almeno dei servizi promessi. Proprio su queste tematiche si è articolato il lungo e appassionato intervento di Pietro Tamburrano. “Quando si trattava di concedere il terzo piano al servizio privato di Stella Maris -ha aggiunto Tamburrano- non vi erano particolari problemi. Venuto meno questo, ora si pensa a tutti i problemi che presenta.” Sul rapporti delicati tra servizio pubblico e privato, Tamburrano ha tagliato corto. “Noi possiamo accettare il privato nella misura in cui si rapporta con il pubblico. Endocrinologia, piede diabetico e dialisi offrono a Tinchi servizi di eccellenza e richiamano molti pazienti anche da altre regioni”. E’ questo in definitiva il punto da cui partire: essi devono diventare servizi nazionali e punto di riferimento, per cui non si può distruggere un ospedale che funziona benissimo. Quali le richieste di comitato e associazioni? Un decreto immediato che riconosca i tre servizi di eccellenza ed in aggiunta la conferma del laboratorio di analisi e la riabilitazione con posti letto.

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