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martedì 26 febbraio 2013

Come un vaso di argilla...tra “grida ed editti”

Avevamo iniziato questa avventura elettorale come un vaso di argilla tra i vasi di ferro dei grandi contenitori nazionali, ben coscienti che questa nostra intrinseca debolezza poteva recuperarsi solo sottolineando il carattere programmatico di una scelta tutta lucana che oltrepassasse ogni barriera di appartenenze partitica nella chiara constatazione di una rappresentanza che finora aveva più rappresentato se stessa e gli interessi delle filiere interne ai contenitori partitici che le aspettative di un territorio marginale, eppure appetito a molti, e la nostra proposta era un programma regionale che desse l’alito ad un comportamento conseguente in Parlamento.
Ma nel gran rivolgimento degli assetti che la lista del 5 stelle ha portato nel paese in una innegabile ed inaspettabile vittoria elettorale, i primi a pagarne le conseguenze in questa regione siamo stati proprio noi di Comunità Lucana, in un cannibalismo di interesse popolare ovviamente rivolto verso il “fenomeno” più facilmente visibile di chi localmente aveva da molto tempo prima sollevato temi e proposto soluzioni, ma non possedeva tale visibilità anche in guisa di scarso interesse dei media locali verso una proposta atipica come la nostra, regionalizzare un’offerta politica di lungo periodo in una prospettiva di indicazione del locale come referente di una scelta verso una delle Camere che a nostro avviso dovrebbe ritornare alla sua funzione primigenia di una Camera delle regioni.
Ed a ciò ovviamente si è aggiunta la grande necessità per gli altri partiti di fare falange dei propri sostenitori per impedire perdite di consenso che solo tardivamente si è cominciati ad intuire e che sono state usate come arma di “messa in stato di necessità” del corpo elettorale contro il “nemico” – e il peso che questa condizione antropologica ha giocato nell’animo di molti elettori crediamo sia stato grande, pur senza impedire che evidenti perdite di consenso ci siano comunque state), si da relegarci nei numeri conseguiti persino dopo liste del tutto avulse da qualsiasi relazione pregressa al territorio lucano. 
C’era da aspettarselo d’altronde e le nostre aspettative di conseguenza erano limitate alla raccolta di un numero di consensi bastevole ad indicare una via verso le future elezioni regionali tali da consentire aggregazioni di altri soggetti ad un progetto per questa regione, ma i numeri di consensi ricevuti, meno di 900, e di cui ringraziamo con affetto chi ce ne ha voluti onorare credendo in un progetto ampio e liberatorio per questa terra quale è il nostro articolato programma, ci sembrano, con la doverosa lucidità del giudizio postumo, non una sconfessione del percorso fino qui seguito, quanto una necessità di doverlo praticare diversamente per arrivare a maggior partecipazione, se è vero che pur “pesando” la qualità dei nostri voti, sostanzialmente è la loro conta che dà agibilità politica ai progetti per i quali ci si spende. 
A questo scopo ho ritenuto doveroso convocare una riunione del nostro coordinamento regionale per sottoporre sia la questione delle mie personali e doverose dimissioni a fronte di una sconfitta di valore numerico innegabile, seppur i numeri aspettati non potevano essere che conseguenza delle considerazioni esposte, sia la questione dello scioglimento del partito in prospettiva del mutamento che appare ormai necessario per il prosieguo del progetto e che toccherà ai membri indicare con chiarezza, nella certezza che è il programma da attuarsi per questa regione, il progetto, ad essere importante e non la forma od il soggetto che lo attuerà. 
Chiarito così che non si tratta di smobilitazione, è altrettanto doveroso, nella preoccupazione delle tante urgenze del paese che questo voto e la sua rappresentazione parlamentare non aiuta certo a risolvere, e che per molti versi ha complicato ulteriormente la già precaria situazione di una regione che avrebbe bisogno di maggiori attenzioni, che a nome di Comunità Lucana e personalmente ho il piacere di augurare agli eletti lucani il miglior lavoro possibile per il bene di questa terra, riuscendo ad essere più lucani che uomini e donne di partito, nell’interesse per questa terra e i suoi problemi che, se eletti, noi avremmo ricordato in ogni istante, ben oltre “grida ed editti” dei gran capi. 

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