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giovedì 7 febbraio 2013

POVERTA’: BENEDETTO (CD), INTRODURRE REDDITO DI CITTADINANZA

“Specie dopo i dati Istat di ieri sul reddito pro-capite al Sud inferiore di un quarto rispetto alla media nazionale e con la Basilicata (14.276 euro) agli ultimi posti, ha ragione la Cgil ad invitarci a non fermarci alla proroga del Programma Copes al primo semestre dell’anno. Pur riconoscendo l’impegno finanziario consistente da parte della Regione, attraverso 4 milioni di euro di risorse interamente regionali per dare risposta ai bisogni immediati dei 2.200 nuclei familiari lucani a reddito zero, c’è bisogno di quello che il Manifesto-Agenda per il Sud diffuso ieri da 21 Istituti meridionalisti, di cui le Fondazioni Nitti e Fortunato, chiama reddito di cittadinanza”. A sostenerlo è il capolista al Senato per il Centro Democratico Nicola Benedetto.
 “Il Rapporto Censis secondo cui è proprio la famiglia, specie al Sud, a dover superare una sorta di “prova di sopravvivenza”, i dati Istat sulla perdita del potere d’acquisto delle famiglie sono la conferma autorevole della necessità di politiche nazionali per la famiglia. Manca nel nostro sistema – aggiunge Benedetto - una logica redistributiva mentre la famiglia si conferma come “rete sociale” prioritaria. Si tratta, dunque, di garantire strumenti efficaci di contrasto alla povertà, prevedendo anche un reddito di cittadinanza, tenendo conto che quando si parla di reddito minimo garantito ci si riferisce a tutta una serie di investimenti su alloggi, inserimenti lavorativi, formazione professionale e anche di una impostazione dell’assistenza domiciliare degli anziani con particolare attenzione delle fasce urbane. Abbiamo bisogno di una normativa legislativa nazionale compiuta in grado di superare i troppi limiti e le carenze riscontrate in questi anni di attuazione del provvedimento relativo al cosiddetto Reddito di Cittadinanza Solidale.
Il contrasto alla povertà – continua l’esponente del CD - deve diventare per la politica e le istituzioni una priorità con lo stesso impegno e la stessa attenzione della lotta agli sprechi e della riduzione delle spese per la politica. E’ ovvio che non c’è una ricetta miracolosa ma ci possono e ci devono essere più indicazioni che intendiamo raccogliere soprattutto dal mondo cattolico e del volontariato impegnato da sempre a fianco delle famiglie a disagio sociale. Condivido la valutazione del Centro Italiano Studi Famiglia della Cei Basilicata: investire nella famiglia, fattore di produzione forte, attivando politiche e sostegno per la famiglia considerandone appieno il ruolo sociale, garantendo servizi, con un fiscalita' equa e creando le condizioni affinche' le famiglie possano collaborare.
Di qui – conclude – la necessità di recepire l'Agenda per il Sud che rimetta in moto l'economia attraverso una serie di strumenti come il reddito di cittadinanza, la riforma del Patto di stabilità, l'aumento della tassazione sui consumi (aumento Iva) e patrimoniale in cambio dell'abolizione dell'Irap sulle imprese manifatturiere. Nella ricetta alla base del documento ci sono altre indicazioni da raccogliere tra le quali interventi specifici di politica industriale contro la desertificazione; riqualificazione urbana, logistica, sfruttamento di energie rinnovabili; rinnovamento classi dirigenti e governance multilivello”.

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