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sabato 26 febbraio 2011



Un'assurdo, 
ricordiamo che i benefici previdenziali, sono un riconoscimento per il danno potenziale che l'esposizione all'amianto può generare: "un Lavoratore esposto ha una riduzione delle sue aspettative di vita di 7 anni in meno di un lavoratore non esposto".
Questo potenziale danno è una spada che sta sulla testa di TUTTI i lavoratori ex esposti;
IN Val Basento registriamo, dai referti TAC/PET, tanti casi - troppi casi di patologie asbesto correlate.
 L'elenco delle persone che hanno avuto purtroppo una morte prematura si sta allungando inesorabilmente (10 casi nel 2010, 2 casi ad oggi nel 2011), registriamo casi di patologie asbesto correlate tra le vedove.
La Regione Basilicata si sta facendo carico dell'impegno finanziario per la Sorveglianza Sanitaria, il RENAM COR regionale si sta prodigando; ma riteniamo che sarebbe ora che qualcuno chiedesse conto all'ENI di danni che l'utilizzo di sostanze teratogene hanno causato.
Chiediamo che :
- la Procura della Repubblica a cui abbiamo inoltrato un'esposto denuncia(giugno 2010);
- il Prefetto,
- la Provincia di Matera,
- la Regione Basilicata,
intervengano per l'attuazione di uno studio epidemiologico atto a verificare le reali conseguenze dell'utilizzo insensato di dette sostanze.
La Sezione lavoro del Tribunale di Matera è ingolfato da ricorsi perché ancora non si è provveduto ad integrare il secondo Magistrato Giudicante (da ca. un anno assente perché in maternità), per cui i lavoratori si vedono rinviare i loro ricorsi.
Quanto dovranno aspettare per aver riconosciuti i loro giusti diritti, forse potrebbero averli riconosciuti post mortem.
Ci chiediamo, è mai possibile che esenndo agli ATTI:
- Certificazioni della DIR. PROV. Lavoro, 
- CTU favorevoli,
- Sentenze di 1° grado e Corte di Appello,

NON ESISTA qualche Persona che possa INTERVENIRE, per concertare queste mansioni che contrariamente a quanto affermato dall'INAIL, la Giustizia ha riconosciuto ????.
E' mai possibile che l'INPS debba pagare degli esborsi su cause simili ?????.

CHIEDIAMO UN AUTOREVOLE INTERVENTO, NON E' POSSIBILE CHE STIA ANCORA A GUARDARE.

Come Associazione supportiamo i lavoratori per l'istruzione dei ricorsi  benefici previdenziali, fornedo loro l'assistenza del legale convenzionato; da Gennaio 2011, con il supporto della Medicina Legale supportiamo, i lavoratori e/o i familiari dei lavoratori deceduti per il riconoscimento della Malattia Professionale.
A tal riguardo, ricordiamo all'INAIL che, se i familiari inoltrano dopo i tre anni, il primo certificato di M.P. per un proprio caro deceduto prematuramente, non si può respingere il caso per scadenza di termini, senza una disamina del caso.
L'analisi dei casi sono necessari ai familiari anche per eventuali riconoscimenti che il Fondo Vittime Amianto prevederà. 

SAREBBE ORA CHE IL GOVERNO APPLICASSE LE REGOLE PIU' ELEMENTARI DELLE NORME CHE GLI ARTICOLI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA SANCISCONO.

CI SIAMO ROTTI DI SENTIRE PARLARE
- DI PERSONE CHE POSSONO SPENDERE CENTINAIA DI MIGLIAIA DI EURO,
-  DI PERSONE CORROTTE A CUI NON SONO SUFFICIENTI 18.000 Euro/mese, MENTRE ALLE PERSONE BISOGNOSE NON SI RICONOSCONO I DIRITTI PIU' ELEMENTARI CHE LA COSTITUZIONE PREVEDE.

Mario MURGIA

Di seguito pubblichiamo il comunicato stampa redatto da AIEA nazionale in merito alla insensibilità  e lungaggini che ancora si frappongono per l'approvazione del DDL A.S. 2141; proposta di legge sostenuta, anche, con la petizione per rendere giustizia ai tanti lavoratori ex esposti che per un'assurda norma di scadenza dei termini non possono godere dei benefici previdenziali, come invece hanno ottenuto i loro colleghi di lavoro con le stesse mansioni, lavorando fianco a fianco negli stessi impianti.





Il Presidente della Commissione Lavoro del Senato, Pasquale Giuliano, tiene nel cassetto la proposta di legge sull'amianto.

Dopo la presentazione delle oltre 10.000 firme depositate in Senato il 3 febbraio nulla ancora si muove: la petizione chiedeva di mettere in discussione, seguendo l’iter parlamentare dovute, il progetto di legge Casson che riguardava l’amianto e in particolare il risarcimento previdenziale dei lavoratori ex esposti, eliminando il termine di presentazione delle domande che non ha ragione di esistere.
In effetti tutti coloro che sono stati esposti sono a rischio di contrarre una malattia da amianto.
Non solo ma moltissimi ex esposti non hanno ricevuto le dovute informazioni e quindi non hanno potuto presentare la domanda nei termini stabiliti (15 giugno 2005).
Il momento oggettivamente difficile a causa delle richieste di democrazia da parte dei popoli del Nord Africa, cui va tutta la nostra solidarietà, non può farci dimenticare i problemi quotidiani, quali quello dei 4.000 deceduti per amianto ogni anno e quello della presenza dei manufatti con amianto (23 milioni di tonnellate) presenti sul territorio nazionale, che continuano ad emanare fibre mortali.
Meno ancora possiamo dimenticare i morti, i malati, gli invalidi per infortuni sul lavoro e malattie professioni da amianto e da altre sostanze tossiche e cancerogene, ne possiamo tollerare che si continui a discutere del Bunga Bunga piuttosto che dei veri problemi che la società italiana e il governo deve affrontare.
Chi viene accusato di un reato: dal presidente della ThyssenKrupp, ai responsabili della multinazionale ETERNIT, agli ammiragli della Marina Militare (per ricordare solo i principali processi in corso sull’amianto e sugli infortuni sul lavoro mortali), al Presidente del Consiglio dei Ministri, non deve frapporre mille espedienti per ritardare i processi o addirittura per annullarli, anzi suo dovere e diritto dovrebbe essere quello di operare per giungere più velocemente possibile alla sentenza.

Armando Vanotto, presidente
Fulvio Aurora, segretario

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