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martedì 6 dicembre 2011

Agricoltura: Cia, al terzo trimestre 2011 cessate 260 aziende. Record storico.

Al terzo trimestre 2011 secondo i dati di Infocamere (Unioncamere) sono cessate in Basilicata 260 aziende agricole (di cui 185 in provincia di Potenza e 75 in quella di Matera) contro le 78 nuove iscrizioni.
Ciò – commenta il presidente della Cia Basilicata Donato Distefano – significa che al 31 dicembre prossimo saremo al di sotto del “tetto” storico minimo di 19mila aziende agricole attive. In raffronto al terzo trimestre 2010 la mortalità dell’impresa agricola lucana – aggiunge – è in crescita: allo stesso periodo di un anno fa infatti le aziende cessate erano 154 contro 80 nuove iscritte.
E’ una situazione che ci preoccupa tanto più per l’avvicinarsi della scadenza dell’annualità del Psr 2007-2013 che, come dimostrato nella recente conferenza di monitoraggio, presenta una forte criticità di spesa con l’altrettanto forte rischio di disimpegno. L’emergenza “disimpegno” non può diventare “la febbre cronica di ogni fine anno”. E’ necessario mettere a fuoco, senza preconcetti, l’origine dei problemi e rimuovere le cause dei ritardi e le inefficienze. Non vi è alcun dubbio che le difficoltà che si sarebbero presentate a fine anno sono state più volte denunciate (ed in tempi non sospetti) e pertanto erano prevedibili e si poteva intervenire per tempo.
Inoltre, la manovra di Governo – evidenzia Distefano - rende più onerosa l’attività degli agricoltori sia come imprenditori che come semplici cittadini. L’inasprimento delle misure fiscali, tributarie, contributive e previdenziali andrà a pesare in maniera grave su una situazione già alquanto complessa che vede migliaia di imprese agricole con l’affanno. Sarebbe, quindi, opportuno controbilanciare questi interventi rigorosi con provvedimenti, anche a costo zero, per garantire gli indispensabili margini allo sviluppo. Le imprese agricole – continua il presidente della Cia - pagano un prezzo molto salato, soprattutto in un momento di grande difficoltà dovuta all’inarrestabile aumento dei costi. Siamo pronti ai sacrifici, ma vorremo che accanto a misure fiscali e contributive fortemente onerose per i produttori agricoli ci fossero interventi mirati a ridare vigore alle aziende. Interventi, insomma, per cercare di rilanciare la crescita e per favorire la necessaria competitività sui mercati internazionali. Infine, i sacrifici -ha concluso il presidente della Cia- devono essere equamente ripartiti. Siamo consapevoli e responsabili. La posta in gioco è troppo importante. Facciamo, tuttavia, in modo che i giusti e inevitabili risparmi si tramutino effettivamente in stabilità finanziaria, in crescita e in equità”.

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