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martedì 27 dicembre 2011

BELISARIO: La corruzione costa 60 miliardi l’anno. Il governo dei professori pensi a combatterla!


La lotta alla corruzione deve essere di sistema”. Se lo dicessi io, tutti penserebbero al solito rompiscatole dell’Italia dei Valori che neanche durante le vacanze di Natale riesce a smettere di brontolare. Invece l’ho letto nelle prime righe dell’Intervista che il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino, ha rilasciato oggi a Repubblica. Del resto in ogni occasione il magistrato responsabile del controllo dei conti dello Stato non perde l’occasione per invitare governo e Parlamento a cambiare registro. Questa volta si è spinto fino a chiedere senza mezzi termini la cancellazione della depenalizzazione del falso in bilancio e una rapida ratifica della Convenzione di Strasburgo che l’Italia , come hanno già fatto da tempo tutti i nostri partner europei, non ha ancora ratificata dal lontano 1999. Sono cose che diciamo da un pezzo e che sono scritte nei ddl che sull’argomento abbiamo depositato al Senato e alla Camera. Giampaolino ha anche lanciato un allarme: il ddl che giace da anni in Parlamento (ora e fermo alla Camera) è insufficiente, come abbiamo più volte denunciato anche noi dell’Italia dei Valori. Quindi il primo impegno che deve assumere la politica è modificarlo radicalmente per cominciare davvero una lotta seria, ed una volta per tutte, a un fenomeno in costante aumento. Si calcola che in media negli ultimi anni il giro delle mazzette sia stato di circa 60 miliardi l’anno con conseguenze devastanti. Non solo su questi soldi vengono evase le tasse, ma questo malcostume impedisce una seria e trasparente concorrenza per cui al fenomeno, per accedere ad appalti pubblici, o le imprese sono costrette ad adeguarsi o chiudono. Ma non è solo una questione economica. La civiltà di un Paese, il suo grado di etica pubblica, si misura anche sul suo grado di corruzione. E su questo siamo messi davvero male. L’Italia occupa posizioni di retroguardia nella classifica dei paesi meno corrotti stilata ogni anno dall’organismo indipendente Trasparency. In Europa siamo quartultimi, peggio di noi ci sono solo Grecia, Romania e Bulgaria. Nell’indice di percezione della corruzione, pubblicato il primo dicembre scorso, e che ho già commentato nel mio blog, l’Italia è addirittura al 69esimo posto, con lo stesso risultato del Ghana, appena sopra Tunisia e Leshoto e al di sotto di paesi come la Malesia , l’Arabia Saudita, la Namibia , il Ruanda, il Butan, il Botswana, l’Uruguay, il Cile e Gli Emirati Arabi Uniti. Il risanamento dei conti e la nuova questione morale passano anche da questo. Giampaolino lancia ancora una volta l’allarme. L’Italia dei Valori è prontissima da sempre a intercettarlo e a varare una legge seria per combattere il malaffare dilagante. Il governo dei professori e i partiti che lo sostengono cosa vogliono fare? Ci stanno o, con i loro tentennamenti, continueranno a favorire la proliferazione del fenomeno? Se vengono chiesti tanti sacrifici agli italiani, bisogna dare risposte serie e convincenti in ogni settore. 60 miliardi sono l’equivalente di tre manovre Monti. A questi si aggiungono quelli derivanti da corruzione tra privati, un reato che l’Idv chiede da tempo di inserire nel nostro ordinamento e che ora sollecita anche il neoministro Severino. Se son rose fioriranno. Diversamente, smettano di illudere e deludere gli italiani.

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