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lunedì 19 dicembre 2011

ITREC: IL PROBLEMA SONO LE BARRE DI ELK RIVER


Non avremo pace in Basilicata fino a quando il materiale nucleare delle barre di Elk River e i residui di riprocessamento resteranno in Basilicata.Timidi tentativi di restituzione del materiale nucleare agli U.S.A sono stati fatti dal sottosegretario Letta, ma poco incisivi in considerazione del fatto che gli Stati Uniti a fine marzo di quest’anno hanno raggiunto un accordo con l’India per il ritiro delle scorie radioattive derivanti da impianti nucleari civili, a seguito di lavorazione del combustile nucleare (quindi trattamento o riprocessamento). Perché tutto questo non vale per l’Italia e in particolare per le barre americane di Elk River riprocessate presso il centro nucleare della Trisaia? Per ironia della sorte l’India è l’unica nazione al mondo che utilizza anche il ciclo uranio-torio proprio come l’impianto Itrec di Rotondella. Il referendum sul nucleare ha bloccato non solo le centrali, ma anche quei business collegati alla lavorazione del combustibile nucleare e del trattamento dei rifiuti nucleari. Ora ,nel panorama nucleare mondiale siamo nella chiusura del primo ciclo nucleare (le centrali durano in media quaranta anni) e si aprono le fasi del decommissioning. Le centrali dovranno essere demolite e produrranno montagne di rifiuti nucleari da lavorare e sistemare in sicurezza. Tanti soldi che le comunità dovranno pagare ai gestori dei rifiuti per la messa in sicurezza nei depositi nucleari. Allo stato attuale quindi a cosa servirebbe mai avere del combustibile nucleare in Italia, se non ad avere altri costi di gestione per la custodia controllata? Sogin purtroppo già voleva portare altri rifiuti all’Itrec dalla Casaccia di Roma, nel silenzio istituzionale della Regione Basilicata. Accade che mentre si predica il sito unico, si cerca di utilizzare i siti esistenti per stoccare altre scorie,quindi addio al prato verde tanto evocato. Perso il treno del decommissioning internazionale e del trattamento del combustile nucleare Sogin in Italia continua a chiedere il sito unico nazionale, evocando la sistemazione delle scorie medicali sparse per la penisola (di tipo liquido e solido di prima e seconda categoria). Intanto all’Itrec sarà realizzata una linea di trattamento dei rifiuti liquidi ad alta attività (necessaria per la messa in sicurezza), ma di cui non si prevede un programma dettagliato di smantellamento a fini lavori e sistemazione come rifiuto nucleare. Se potenzialmente la linea ICFP potrebbe trattare altri rifiuti in Basilicata di scorie medicali ne produciamo in quantità pari allo zero, anzi qui chiudono pure gli ospedali.

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