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domenica 31 luglio 2011

Cinquant'anni di Valbasento.




di ANGELO D' ONOFRIO

PISTICCI - Era il 31 luglio del 1961 quando nella piana di contrada Sant' Angelo di Pisticci, alla presenza di Enrico Mattei, di Emilio Colombo e di diverse personalità politiche, fu posta la prima pietra dello stabilimento Anic. Un giorno che cambiò la storia di un territorio, prima adibito ad agricoltura ed allevamento, ora quasi a scoprire l'industria. Il ritrovamento nel sottosuolo di gas, in seguito alle indagini ed alle perforazioni iniziate nel 1956, portò alla prima infrastrutturazione della Valle. Partirono così i lavori di quella che diventerà col tempo l' area industriale della Valbasento, con la presenza dell' industria chimica ed di una piccola pista di volo, a divenire la pista Mattei.
Negli anni '60 tra lavoratori diretti ed indotto erano 6000/7000 gli assunti. Un vero e proprio boom economico in una delle aree più povere del Mezzogiorno, che stentava ad affrancarsi dalla povertà, con l'attuazione della riforma agraria. Negli anni '70 l' Anic, grazie all' interventismo statale, fu potenziato con nuove linee e la costruzione di una centrale termoelettrica. Di lì a poco, però, la profonda crisi della chimica di base si fece sentire. Nel 1978 una grande mobilitazione di operai della valle con il presidio di piazza Barberini a Roma. Dopo un massiccio ricorso alla cassa integrazione, si arrivò nel 1987 ad un accordo di programma per la re-industrializzazione, che prevedeva l' occupabilità di circa 3000 lavoratori. L'accordo, rivisto nel 1994, portò all' Intesa Istituzionale ed al Bando Valbasento, che riutilizzò le somme precedentemente stanziate e non spese. Nell'ultimo bando, di 34 milioni di euro regionali, sono state finanziate 12 nuove  aziende.
In quasi mezzo secolo la Valbasento è stata attraversata da processi di re-industrializzazione e de-industrializzazione complessi, che hanno determinato disequilibri sociali ed economici al territorio, ma soprattutto una situazione ambientale di inquinamento del suolo di enorme gravità. Il risultato attuale è un'area priva o quasi di iniziative industriali e a rischio di desertificazione, dove lavorano non più di 700 lavoratori, una parte dei quali ammortizzata. 
Dai tanti, quindi, che nel sessanta si trovarono un lavoro sicuro che li emancipava dal lavoro agricolo, si è passati ad una realtà spesso dolorosa, fatta di lavoratori in mobilità, nuovi disoccupati e purtroppo malattie professionali. Ma questa è un'altra storia, ancora tutta da scrivere. Con una pista aeroportuale che stenta a diventare il primo aeroporto civile della Basilicata, nonostante il progetto ed il finanziamento.
Il 31 luglio, nel bene e nel male, resta comunque una data storica per Pisticci e la Valle del Basento. 

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