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mercoledì 3 agosto 2011

Blasi (Forza del Sud): "Dal bonus carburante al memorandum i conti non tornano".




La questione “bonus benzina” ci insegna un paio di cose semplici, semplici. La prima è che il caos politico regna sovrano. Il Pdl e la Lega in Veneto ricorrono contro una decisone del Pdl nazionale ed in particolare contro gli iscritti dello stesso partito in Basilicata. Non è una contraddizione in termini. E’ solo la debolezza di questa politica che sposa gli egoismi territoriali, soprattutto quelli nordisti. La seconda cosa concerne la vicenda petrolio nel suo complesso. Non bisogna offrire ai lucani ulteriori illusioni. Né attraverso il bonus, né attraverso il così detto “Memorandum” (l’accordo sottoscritto alcune settimane fa fra Governo e Regione) per risarcire la Basilicata dall’impatto ambientale delle estrazioni. Non ci sono soldi sul memorandum e quelli sulle royalty sono troppo pochi per pensare di cambiare le sorti socio – economiche della regione. 
Nessuno però dice la verità ai lucani. Si vende troppo fumo, ma di arrosto non se ne vede. 
Dunque, la problematica va rovesciata. Gli errori commessi nel primo accordo, quello sottoscritto dal primo governo Prodi, dall’Eni e dal Presidente Di Nardo, ma gli stessi successivi accordi con la Total erano di basso profilo. 
In cambio di fiumi di petrolio e tanto denaro alla Basilicata sono arrivate le briciole. Si tratta di una verità storica indiscutibile. Bisogna fare oggi una severa autocritica. 
Il problema è se si può e come rimediare. 
E’ cioè possibile riscrivere le regole e alzare il livello delle royalty sopra il 15 per cento? E’ altresì possibile utilizzare questo denaro facendone massa critica, magari attraverso la costruzione di un capitale di prestito, da pagare annualmente con una parte delle stesse royalty. Ciò consentirebbe l’utilizzo di un volume significativo di risorse da dedicare ad infrastrutture e sviluppo, sostenendo le imprese lucane in un percorso di innovazione strategica. Magari creando qualche migliaia di posti di lavoro veri.
Questi sono i nodi da affrontare. 
Naturalmente, puntando anche ad un cambiamento dei soggetti politici e delle classi dirigenti. Alzando il livello del dibattito e guardando ai veri interessi della Basilicata, della comunità regionale, partendo dai bisogni delle famiglie e delle persone. 
Nulla di tutto ciò è utopico. Appare utopico alla luce dello status quo e di interessi politici ormai deteriorati, malati di una patologia inguaribile, costruiti su visioni personali, carriere e relazioni compromesse.
Serve uno scatto di reni e il desiderio di far prevalere valori e passione politica, anche mettendosi a rischio. Serve anche una stagione di responsabilità complessiva e una progettualità seria e innovativa. Uomini forti e leali al servizio solo della Basilicata! 


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