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mercoledì 17 agosto 2011

Il CULTO DI SAN ROCCO IN BASILICATA




di GIUSEPPE CONIGLIO

 Un culto ed una devozione che si mantengono intatti da oltre tre secoli in buona parte della Basilicata, ed in modo particolare a Montescaglioso, Pisticci, Accettura e Tolve. Una tradizione antichissima quella di onorare S. Rocco nella maniera più solenne, anche se talvolta, a livello ecclesiastico, si è ammessa qualche difficoltà a dare un valido fondamento storico alla tradizione agiografica, per cui tutti gli studi e le ricerche intrapresi non hanno dato, al momento, risultati confortanti sulla "introduzione" del culto in Basilicata per il taumaturgo di Montpellier. Con ogni probabilità è comunque molto più antico di quel 1656 in cui fu impiantato, quasi a furor di popolo, allorchè tutto il Regno di Napoli fu infestato da una gravissima epidemia di peste, che provocò migliaia di morti. Il crudele morbo imperversò in molte località della Basilicata, ed in modo particolare a Salandra, Grottole, Stigliano, Tricarico, Montescaglioso e Pisticci, All'epoca, un sacerdote proveniente dalla Calabria aveva suggerito di far ricorso alla protezione di Rocco, del quale andava raccontando in giro virtù e glorie. Le popolazioni furono in breve pervase da grande fede e molti giurarono di aver visto l'immagine del Santo sulle mura dei paesi in atto benedicente. La santità di Rocco è stata sempre interpretata in una dimensione umana e spirituale nel contempo. Il fatto che il culto sia stato ufficializzato in seguito ad un evento drammatico, come una epidemia, di certo ha contribuito a rafforzare la convinzione che sia anche protettore delle malattie gravi, della casa, della famiglia, delle nozze e degli emigranti. Il suo nome veniva, e viene, sempre invocato nei momenti di crisi, di cattiva annata e di necessità. Rocco, così, diventava un santo familiare, l'intimo confidente con cui instaurare un dialogo. I contadini, sono, ancora oggi, molto devoti al culto del Santo, al quale si rivolgono con suppliche per il favorevole raccolto. Ed anche esponenti della borghesia agraria hanno legato il proprio nome al culto di S. Rocco, come gli Spagna di Accettura ed i De Cardenas di Pisticci. In alcuni centri, la ricorrenza viene infatti celebrata a conclusione dei lavori agricoli, mentre in altri viene rispettato il calendario liturgico del 16 agosto. Fino ad una trentina di anni, fa, in coda alle processioni, si formava una teoria di muli che trasportavano in offerta pesanti sacchi di grano. Come è ancora in vigore l’usanza di celebrare due volte la festa, portando in processione due statue diverse, una, ricca e sontuosa, e l’altra più modesta in cartapesta, accompagnata da contadinoi e braccianti. La festività di S. Rocco era una volta l'occasione propizia per ingaggiare quei salariati, che il massaro, quale rappresentante del feudatario, doveva utilizzare nei campi.

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