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venerdì 12 agosto 2011

Anteprima nazionale a Stigliano del nuovo libro di Giuseppe COLANGELO "LA FRECCIA DI MEZZANOTTE".




Il 13 agosto, Giuseppe COLANGELO presenta il suo ultimo libro "La Freccia di Mezzanotte", distribuito da Edizioni la Vita Felice. La presentazione è curata da l'Angolo della Memoria, Centro di Educazione Ambientale e Comune di Stigliano, con la collaborazione del Cine Club Massimo Troisi e Italia Nostra. Appuntamento unico, da non  perdere, presso la sede del C.E.A. a Palazzo Vitale in via Menotti. Parteciperanno alla presentazione del libro: il regista Domenico Ciruzzi, l'attrice Antonella Stefanucci (cast di Capri), Il duo teatrale Dino Filippo & Mariantonietta Calbi, Maria Doronzio, Rocco Derosa. Moderatrice dell'evento Rosa Montesano.    



Il romanzo La Freccia di Mezzanotte di Giuseppe Colangelo, autore di Stigliano noto per una serie di originali saggi sulla storia del cinema. Dopo vari articoli pubblicati su diverse testate nazionali e una guida turistica dedicati al Materano, ora si cimenta con la rivisitazione di questi luoghi offrendo al lettore l’opportunità di scoprire gli umori e l’atmosfera che qui si percepivano a cavallo degli anni Sessanta/Settanta. E lo fa con leggero umorismo senza però mai prevaricare la cruda realtà.

Filo conduttore della trama è la Freccia di Mezzanotte, un tempo famosa corriera che la notte portava a casa nei vari paesi della montagna materana i passeggeri che arrivavano con il treno alla stazione di Grassano. Qui, in attesa che sbuchi dal buio la corriera, i ricordi vengono a galla saltellando dai grattacieli di New York per continuare a vivere tra i vicoli di Stigliano. Ma cosa può accumunare una metropoli come la Grande Mela con la realtà di un paese? Leggendo il libro si potrebbe rispondere il cinema e i fumetti, la musica e la speranza, la fatica e la disperazione. Ingredienti miscelati dalla centrifuga dell’immaginazione che convertono la piccola comunità in cui si svolgono i fatti in una sorta di set a cielo aperto, nella location ideale di un novello di Sergio Leone lucano che crede nel valore della memoria.

Briganti e rancheros, pistoleri di celluloide ed eroi dei cartoon, poeti, semplici contadini e vita quotidiana, si mescolano senza stridere sull’onda di brani musicali di Rita Pavone e dei Beatles. Una storia che però non deraglia verso il crogiuolo della nostalgia. Indugia piuttosto sulla forza della memoria emotiva che ha il potere eversivo di lasciare sul fondo la morte e la miseria, la cui testimonianza tangibile è rappresentata dalle asperità del territorio, dalla fatica scavata nei volti dei suoi abitanti, dal continuo svuotarsi della comunità e dalle tante promesse non mantenute. Come quando si narra l’episodio del Giro d’Italia del 1967 deviato gli ultimi giorni avvilendo il paese. «… Ancora una volta la storia ci aveva sfiorati, lasciando nell’aria soltanto i flebili echi degli applausi rivolti all’indirizzo di Motta e Gimondi.» O come sottolineato da alcune esclamazioni in dialetto, che a volte hanno l’effetto di veri e propri colpi di scena: «Ojih, maramé, la fran’ s’ staj p’rtann l' cas’r’.»

A rendere ancora più interessante questa storia è la sottile vena umoristica che conferisce alle vicende narrate un tono di stupore, ponendo i vari protagonisti al centro di semplici vicende quotidiane dal sapore straordinario. «Direttamente dal Centro America planò sul palco allestito nello spiazzo davanti al Magistrale nientepopodimeno che il mitico Perez Prado, il re del mambo detto El Cara de Foca. Il cubano esordì con El Ruletero, uno dei suoi maggiori successi internazionali, e con un gioco di gambe da mandare in delirio i compagni di casa nostra, ancora in lacrime per la vittoria riportata su Batista dai leggendari Fidel Castro e Che Guevara. A commuovere il resto del pubblico, ci pensarono quindi le trombe e i bongo degli orchestrali, capaci di diffondere il loro ritmo oltre la foresta Colonna e raggiungere i ciriglianesi, quanto mai pronti ad approfittare di tanta grazia per uscire di casa e mettersi a ballare.»

Un romanzo a tratti esilarante, tessuto tra realtà e fantasia sul filo di una memoria mediata dal cinema e dai fumetti, dai briganti e da New York, che recupera, grazie anche alla forza di alcune espressioni dialettali, lo spirito di una piccola comunità lucana degno di essere raccontato.

L’autore

Giuseppe Colangelo è giornalista free-lance. È stato corrispondente dall’Italia per alcune agenzie di stampa latinoamericane, ha scritto per «L’Unità», «Airone», «Airone Junior/Dodo» e per l’«Universale ElectaGallimard». È autore di una Guida didattica al grande cinema (Elemond Scuola, 1992), lI lavoro in un secolo di film (Editoriale Delfi, 1996), I sentieri del cinema (Edizioni la Vita Felice, 1997), Filmlife (Edizioni Pulcinoelefante, 1998), Accadde domani. Vent’anni di cinema pensando al futuro (Edizioni La Vita Felice, 1999), A zonzo per il Materano. Guida ai tesori, ai sapori e ai set cinematografici di una terra tutta da scoprire (Bama Edizioni, 2002), Ciak, si abbaia! (BookTime, 2007), Miao, si gira! (BookTime, 2007), Macchine di celluloide (BookTime, 2009) e Pentagramma di luce (BookTime, 2009). 
Scrive per «BBC History Italia» e «Qui libri» ed è docente di Storia del cinema presso l’Accademia di Comunicazione di Milano.

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