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mercoledì 6 febbraio 2013

PORTO TARANTO: BENEDETTO (CD), SVOLTA PER EXPORT “MADE IN BASILICATA”

Che fine ha fatto la ‘banchina Basilicata’ al porto di Taranto finanziata con le prime intese sottoscritte negli anni ottanta-novanta da Regione Basilicata ed Eni con l’obiettivo di fornire una piattaforma logistica per l’export del made in Basilicata? A questa domanda che ponevo all’attenzione della Giunta Regionale il 30 marzo 2012 ieri dalla firma del protocollo di intesa tra Regione ed Autorità Portuale di Taranto è arrivata una buona e attesa risposta”. A sottolinearlo è Nicola Benedetto, capolista al Senato per il Centro Democratico evidenziando che “il porto di Taranto è uno degli elementi essenziali per la realizzazione della mia proposta progettuale di Filiera Territoriale Logistica della Fascia Ionico-Metapontina per uno sbocco marittimo diretto sui mercati internazionali nonché per centri logistici specializzati nella lavorazione e manipolazione delle merci. La struttura portuale di Taranto, pertanto, non è utile solo all’Eni e presto sarà utile alla Total con investimenti per 1,3 miliardi di euro ed un traffico navale fino a 140 unità in più l’anno, la positiva ricaduta occupazionale e sulla filiera locale tarantina che si ricava dallo stazionamento delle navi in rada per i 4/5 giorni necessari alle operazioni di carico del greggio, pari a circa 60mila euro per unità navale. Per il “made in Basilicata” – aggiunge Benedetto – si aprono prospettive di mercato nell’area mediterranea che si estende su una superficie di oltre sei milioni di kmq, con una popolazione di circa 100 milioni di persone. C’è dunque un potenziale enorme che l’Ufficio cooperazione euromediterranea istituito presso il Dipartimento Formazione-Lavoro deve poter affrontare, in tutti i campi, da quello culturale sino a quello agricolo ed imprenditoriale, specie attraverso risorse finanziarie adeguate. Anche dalla Basilicata può venire un contributo per rafforzare il collegamento culturale tra le due sponde del Mediterraneo e dare risposte alle aspettative di crescita economica e democratica che sono seguite alla “Primavera araba” che ha coinvolto tutti i Paesi del Nord Africa. Si tratta – sottolinea- di rilanciare la presenza imprenditoriale lucana nell’area euromediterranea, adeguando innanzitutto le infrastrutture. Dallo sviluppo del traffico passeggeri, inoltre – dice l’esponente del CD – ci attendiamo effetti importanti anche sui flussi turistici specie per Matera e il Metapontino. Rilanciando gli obiettivi della “banchina Basilicata” al porto di Taranto e puntando anche sul porto di Salerno, ritorna di grande attualità il ruolo che può svolgere l’ aeroporto Mattei di Pisticci che può avere legittime ambizioni maggiori nell’ambito dei nuovi processi di scambi commerciali nel bacino mediterraneo e quindi dei programmi di partenariato euromediterraneo”.

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