La
lupara partitocratica caricata a pallettoni colpisce ancora e di
nuovo, dopo gli sputi in piazza e i pogrom mediatici di qualche mese
fa in occasione del voto di fiducia, scatta la caccia alla strega
radicale, con accuse che vanno dal fllo-leghismo al filo-camorrismo.
Subito dopo il voto, con il quale la Camera ha respinto la richiesta
d’arresto nei confronti di Cosentino, l’inviato di Sky
intervistava il deputato Evangelisti dell’IDV, sottolineando il
voto determinante dei deputati radicali, che convenientemente non
venivano interpellati. Il copione prevedeva per gli “infami” il
più classico dei linciaggi. Linciaggio proseguito a reti unificate e
che ha trovato momenti particolarmente virulenti in rete, ottimamente
evidenziati da un video realizzato da Simone Sapienza. Eppure, le
argomentazioni e le ragioni espresse da Maurizio Turco e Rita
Bernardini avrebbero potuto aprire un interessante dibattito, che
avrebbe potuto portare ben oltre il voto sulla vicenda del deputato
campano. Ma appunto, è il dibattito negato, alla faccia della
campagna promossa da Sky che invita da mesi i suoi utenti a “chiedere
il confronto”. A questo punto verrebbe da chiedersi: confronto su
cosa?
Il
clou, televisivamente parlando, lo abbiamo raggiunto nel corso
dell’approfondimento che “la terza camera” ha dedicato alla
vicenda. Con consumato mestiere, il buon Bruno Vespa ha invitato
negli studi di “Porta a Porta” l’on. Cosentino e, pur orfano
del solito plastico, lo ha incalzato vestendo i panni
dell’inquisitore; il tutto mentre sul mega schermo si spiegava che
Lega e Radicali avevano salvato il turpe deputato. E le ragioni del
voto radicale? E i radicali? Beh, quelli meglio non invitarli, magari
avrebbero potuto tracimare ed iniziare a parlare di carcerazione
preventiva, giustizia, amnistia, tortura, diritti, cose estremamente
sconvenienti che avrebbero rovinato la puntata, cucita alla
perfezione dal “Sarto” di regime.
Un
radicale avrebbe potuto avere l’impudenza e la faccia tosta di
ricordare a monsieur Vespa che non una volta la sua trasmissione si è
occupata del processo Bassolino-Impregilo: il processo negato, il
processo vietato ai microfoni di Radio Radicale, il processo che al
99,99% finirà prescritto.
Che
diamine, siamo in regime di democrazia reale e tocca ai tenutari dei
bordelli radio-televisivi stabilire con quali eco-balle obnubilare la
coscienza di un intero paese, che poi sfoga la sua rabbia cieca
attraverso la rete.
