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venerdì 27 gennaio 2012

CONSIGLIO REGIONALE DI BASILICATA


Nella giornata di oggi, i sindaci dell’alto bradano, guidati dal Sindaco di Venosa, hanno consegnato nelle mani del Presidente del Consiglio regionale Folino oltre 5.000 firme della petizione popolare con la quale si chiede di ripristinare l’Ospedale di Venosa praticamente chiuso a seguito dell’attuazione dell’articolo 20 della Legge n.17 del 2012.
Nella conferenza stampa che ha fatto seguito all’incontro, dopo i sindaci, è intervenuto il consigliere regionale del PDL Mario Venezia il quale ha dichiarato:
“Martedi 31 gennaio in consiglio regionale saranno discusse due mozioni presentate dal gruppo consiliare del PDL con le quali si chiede, al governo, di bloccare immediatamente gli effetti previsti dalla legge regionale di assestamento di bilancio la n.17/2011 ed in particolare quanto previsto dall’articolo 20, ad opera del quale l’Ospedale di Venosa, praticamente, è stato trasformato in un Ospizio, comunque in casa di riposo per anziani. Il tutto, ha continuato Venezia, nasce da un Piano Sanitario Regionale, da qualche giorno in discussione nella IV commissione permanente, sbagliato e basato, esclusivamente, su una visione ragionieristica, non certamente sanitaria, che opera tagli indiscriminati mediante la chiusura di Ospedali com’è già avvenuto per Tinchi e Stigliano ed oggi per Venosa.
Già negli anni scorsi, il Governo di Centro Sinistra, ha adottato tentativi maldestri di riduzione della spesa sanitaria riducendo, prima, le Aziende Sanitarie da 5 a 2 con il risultato di un’impennata della spesa e, nel corso di questa legislatura, chiudendo gli ospedali e conseguendo un risultato disastroso per il bilancio regionale che, per la sanità, è passato da un miliardo di euro netti, del 2010, a un miliardo e 126 milioni per l’anno 2012. Siamo, in Basilicata, al paradosso. Si riducono le AA.SS.LL., si chiudono gli Ospedali, si impongono Ticket e la spesa sanitaria piuttosto che ridursi cresce al ritmo di quasi 8 milioni di euro al mese. Evidentemente la confusione e la incompetenza o la malafede regnano nei palazzi del governo regionale anche perché negli ultimi due anni accanto all’impennata dei costi si è registrato un aumento del 30% dell’emigrazione sanitaria. Sicuramente- ha continuato Venezia- nel governo regionale c’è incompetenza, confusione e malafede perché, non sfugge a De Filippo, il dato reale che la spesa sanitaria si annida, non nell’assistenza, ma nelle tante forme clientelari che affollano i nosocomi lucani, gli uffici amministrativi e tutto l’universo burocratico-partitocratico e parassitico che affolla la sanità lucana. Non è con la chiusura degli ospedali che si offre ai cittadini, come previsto dalla Costituzione Italiana, una sanità giusta ma attraverso una razionalizzazione della spesa e la diversificazione dell’offerta specialistico sanitaria dei nostri nosocomi. Tanto la chiusura dell’ Ospedale di Venosa quanto quella di Tinchi, città poste sui confini con la Puglia, determineranno un aumento ulteriore dell’emigrazione sanitaria con un appesantimento della spesa. Per questo motivo, continua Venezia, il PDL lancia l’invito pressante a De Filippo di fermarsi nell’azione distruttrice e di ripensare, non con una visione ragionieristica ma sanitaria, un nuovo piano sanitario che, ad esempio, specializzi al massimo i nostri nosocomi, in particolare quelli di eccellenza e quelli di “frontiera” in modo da garantire un’offerta sanitaria di eccellenza, partendo dal CROB di Rionero che, evidentemente, non adeguatamente sostenuto è il fanalino di coda dei 43 istituti italiani di ricerca e cura a carattere scientifico. Al riguardo- ha continuato il consigliere Venezia -si sottolinea che gli IRCCS sono enti a rilevanza nazionale dotati di autonomia e personalità giuridica che, secondo standards di eccellenza, perseguono finalità di ricerca nel campo biomedico e in quello dell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari, unitamente a prestazioni di ricovero e cura di alta specialità. Sono ospedali di eccellenza che perseguono finalità di ricerca nel campo biomedico ed in quello della organizzazione e gestione dei servizi sanitari. La peculiarità dell’attività di ricerca degli Irccs sta nello scambio continuo di conoscenze scientifiche fra laboratorio e clinica. Essi effettuano infatti una ricerca che deve trovare necessariamente sbocco in applicazioni terapeutiche negli ospedali. Tale processo richiede il coinvolgimento di diverse figure dotate di specificità professionali, ma accomunate da un unico obiettivo che è quello di finalizzare l’attività della ricerca al miglior risultato, diagnostico e terapeutico, per il paziente. Attraverso gli Irccs il Sistema sanitario assicura un servizio avanzato e una specificità precisa. La loro attività ha per oggetto aree di ricerca ben definite sia che abbiano ricevuto il riconoscimento per una singola materia (IRCCS monotematici) sia che l’abbiano ricevuto per più aree biomediche integrate (IRCCS politematici). I settori nei quali gli Istituti svolgono la loro attività di ricerca ed assistenza riguardano le seguenti discipline: Auxologia, Biotecnologie e tecnologie biomediche, Cardiologia, dermatologia, Gastroenterologia, Geriatria, Malattie genetiche ed eredo-familiari, Malattie infettive, Malattie metaboliche, Medicina occupazionale, Neurologia, Oftalmologia, Oncologia, Ortopedia, Patologie croniche, degenerative e disabilitanti, Pediatria, Psichiatria, Riabilitazione, Trapianti d’organo.
Sulla scorta di queste brevi considerazioni inerenti anche il grande valore che ha il CROB di Rionero-ha concluso il consigliere Venezia- il piano sanitario regionale proposto da De Filippo e Martorano è da ritenersi pericoloso, vecchio, aderente ad una mentalità chiusa ed appartenente solo a logiche che nulla hanno in comune con gli interessi dei cittadini e, pertanto, merita di essere immediatamente cestinato, per il bene dei lucani.

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