Alla richiesta di apertura della crisi formale del segretario regionale del Pd si risponde alzando le spalle. Eppure l’emergenza Basilicata è sotto gli occhi di tutti
La riunione di maggioranza finalmente aperta anche ai rappresentanti dei gruppi consiliari, ha restituito il quadro di un sistema di governo che passa dalle lungimiranti intuizioni del Presidente De Filippo sul sistema di governo lucano nell’età della crisi economica, al profilo basso che taluni assessori mettono in campo per mantenere la propria posizione. E così nella lunga riunione alle proposte interessate di esponenti di governo che rappresentano poi anche la propria forza politica ha fatto da riscontro un quadro generale di difficoltà strutturali che sino ad oggi restituiscono l’immagine di una Regione che pur avendo grandi potenzialità non riesce a tradurre in opportunità di sviluppo le azioni che vengono messe in campo. Ed il riferimento è al fallimento di talune azioni messe in atto nel settore della formazione con il reddito ponte e le work experience, alla fughe in avanti ed alle ritirate nel settore della riorganizzazione sanitaria che tanto turbano la sicurezza dei cittadini delle aree periferiche della regione, al profilo basso tenuto negli incontri con Trenitalia nonostante l’ordine del giorno approvato in Finanziaria che intimava una linea dura nei confronti di chi non riesce a far funzionare seriamente la tratta Metaponto-Potenza-Salerno e butta fumo negli occhi con il miglioramento tra venti anni della Potenza-Foggia, le dinamiche negative nella gestione del sistema rifiuti di Basilicata. E potremo continuare. A tutto ciò si oppone solo la dinamica degli scontri interni al maggior partito della coalizione ed un evidente ritardo nella definizione di quel complesso di provvedimenti che devono portare alla innovazione del sistema della governance lucana. Dalla rete delle Aree Programma, a quelle del sistema idrico ed industriale in un gioco di caselle da riempire con i nomi senza immaginare uno sforzo innovativo che utilizzi nuove professionalità ed esperienze garantuite che hanno dato e stanno dando grandi risultati.
Se a questo aggiungiamo sul piano politico la volontà di creare disagi tra e dentro le forze politiche che pure coerentemente sostengono la maggioranza di governo, comprendiamo bene che una inversione di rotta rischia di essere considerata più che una opzione possibile.
Non considerare, come nel caso degli uomini dei Popolari uniti presenti nelle istituzioni, il peso specifico ed il senso di appartenenza non solo in relazione agli ipotetici cambi di uomini in Giunta atteso che la vera verifica si fa a metà legislatura che guarda caso coinciderà con i riposizionamenti elettorali nazionali (qualche ingerenza in meno è gradita), ma il dimenticare di dover dare risposte nelle istituzioni locali come la Provincia ed il Comune di Matera o far saltare il banco quando si tratta di eleggere il presidente dell’area Programma del Lagonegrese per una voglia di essere asso pigliatutto e considerare come marginale l’impegno di chi ha tirato la carretta nella guida di un organismo che ora diventa centrale nel sistema di uso in proprio delle risorse idriche lucane come Acqua Spa a cui vanno riconosciute ora funzioni ed azioni forti nel disegno di difesa dei diritti dei lucani, significa cambiare a proprio piacimento le regole del gioco quando la partita è in corso.
E tutto questo come si coniughi con le grandi questioni che il Presidente De Filippo ha posto nel prospettare un documento di programma all’attuale maggioranza, davvero mi torna difficile vederlo anche nell’azione quotidiana che i consiglieri svolgono e svolgeranno nei prossimi mesi per tentare di dare risposte a quella che è la EMERGENZA BASILICATA, soprattutto nei settori della sanità, delle estrazioni petrolifere, dell’uso dell’acqua e nelle dinamiche che devono accrescere le opportunità di occupazioni anche attraverso un sostegno vero alle giovani imprese”.