Questa comunità soffre di solitudine. Nelle aspettative, nelle speranze, nella lotta per contrastare la spoliazione del territorio. Dopo anni di facili promesse i dispensatori di sogni, sperando nella nostra rinnovata buona fede, agiscono imperterriti creando nuove verità (o nuove bugie), coscienti di quanto la realtà sia molto diversa. Forse soffrono di troppo ottimismo riponendo fiducia in chi puntualmente ferisce e tradisce la nostra comunità, o solo dimostrano troppa sicurezza quando pensano che l’ingenuità del popolo possa durare in eterno. “L’ottimismo è il profumo della vita?”; potrei anche essere d’accordo a patto che i rappresentanti dei partiti locali prendano coscienza dei terribili danni causati alle nuove generazioni. Anche perché forse è proprio l’ottimismo che può darci la forza di rimboccarci le maniche per riparare ai danni perpetrati dalla politica (o semplicemente a causa della sua assenza). Il popolo del metapontino ha lanciato un monito a chi vorrà tornare a dialogare con la nostra comunità: non abbiamo bisogno di passerelle e di teatrini, abbiamo bisogno di fatti.
E i fatti passano attraverso una precisa collocazione: essere rappresentativi di chi vi ha eletti abbandonando maggioranze e partiti e battendosi a fianco della comunità, o continuare a condividere azioni e decisioni dei vostri referenti che continuano ad accanirsi contro il vostro territorio.
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