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venerdì 30 novembre 2012

Né schermaglie né giochi sulla pelle della Provincia di Matera

Non sappiamo come interpretare il comunicato stampa del presidente della Regione De Filippo sull’audizione delle rappresentanze degli Enti locali ieri in Commissione affari Costituzionali del Senato sul DL relativo al riordino delle Province.De Filippo evidenzia la presenza dell’UPI e quella di diversi Presidenti di province a rischio, che sono stati anche auditi, quasi a sottolineare l’assenza di quelli delle province di Potenza e di Matera, così come chiama in causa il sindaco di Potenza, responsabile del Mezzogiorno dell’ANCI, a fronte della posizione espressa in quella sede dall’Associazione dei Comuni, che avrebbe chiesto l’accelerazione dell’approvazione del decreto legge così com’è, che vedrebbe la cancellazione della provincia di Matera.
Se si trattasse di schermaglia politicistica sarebbe gravissimo perché si giocherebbe sulla pelle di una provincia a rischio di estinzione e si contraddirebbe lo spirito della paziente ricerca di unità delle istituzioni lucane, che già ha registrato troppe distrazioni, silenzi, quando non vere e proprie divaricazioni, e che, tuttavia, avevamo cercato di recuperare con la manifestazione dei Consigli Provinciali e comunali di Matera di domenica 11 novembre e col voto unanime del Consiglio Regionale del 13 novembre.
Se, invece, si trattasse della reale volontà di coordinare l'azione dele istituzioni lucane, non si capisce perché non lo si sia fatto in vista dell'audizione.
D’altronde, nella direzione di una concertazione unitaria va l’apprezzabile e condivisibile emendamento unitario dei senatori lucani che consente, in una regione dove vi fosse dopo il riordino una sola provincia, il mantenimento in vita di quelle Province che abbiano almeno uno dei due requisiti fissati dal Governo, che farebbe così salva la provincia di Matera (che possiede il requisito dimensionale).
La difesa della provincia di Matera non può essere occasione per tatticismi e furberie. E’ un banco di prova dell’unità regionale e della capacità della sua classe dirigente di salvaguardarla.
Chi si sottrae a questo impegno – con dichiarazioni equivoche, comportamenti reticenti, condotte omissive, acquiescenze sospette – si assume una gravissima responsabilità.
I rappresentanti delle istituzioni lucane si coordino sempre e comunque, senza recriminazioni e tatticismi, evitando anche solo l’apparenza di una divisione che potrebbe essere esiziale per l’integrità stessa della regione.

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