Alcune priorità:1. La ricerca delle terapie efficaci
Occorre che sia predisposto e sottoposto al confronto l’impianto di un sistema nazionale dedito alle attività di ricerca sulla cura delle malattie asbesto correlate a partire dal mesotelioma, con la definizione delle risorse disponibili, della selettività secondo criteri di affidabilità scientifica delle sedi di ricerca coinvolte. Riteniamo in particolare che questa priorità debba essere prevista nei Piani di ricerca finanziati dal Fondo Sanitario Nazionale.2. L’identificazione e il coordinamento dei centri di eccellenza per la cura delle malattie asbesto correlate Questi centri, in parte sono già presenti sul territorio, e in parte devono essere realizzati e supportati, in particolare in alcune regioni del Sud. Anche in questo caso devono essere definite le risorse disponibili, le modalità concrete del coordinamento con riferimento a strutture nazionali ( ISS e/o INAIL).
3. Il potenziamento della sorveglianza sanitaria. La diffusione su larga scala della sorveglianza sanitaria degli ex esposti professionali e degli esposti ambientali con la promozione di una sorveglianza attiva secondo modalità personalizzate di una procedura che prende in carico la singola persona e verifica secondo protocolli condivisi lo sviluppo dell’assistenza sanitaria. Priorità di cui dovrà essere sollecitato l’inserimento nel quadro della Strategia Nazionale in corso di definizione da parte della Commissione Consultiva Permanente e del Comitato per l’Indirizzo e la Valutazione delle Politiche Attive (Art. 5 del D. Lgs. 81/2008) istituito presso il suo Ministero. Particolare attenzione dovrà, poi, essere posta alla sorveglianza sanitaria dei lavoratori ancora esposti (addetti alle scoimbentazioni, lavoratori addetti alle attività ESEDI, lavoratori italiani operanti in paesi in cui non vi è stato il bando dell’ amianto), attività che dovrà ricomprendere un efficace counseling.
4. Il potenziamento della rete dei Centri Operativi Regionali per il monitoraggio delle malattie tumorali professionaliE’ di notevole utilità la disponibilità di questi COR, che nel caso dei mesoteliomi e delle malattie asbesto correlate hanno reso consapevole il Paese della natura sociale di queste patologie e hanno garantito la disponibilità sul piano nazionale, la conoscenza omogenea e confrontabile delle patologie rilevate. Il sistema che ha funzionato con il RENAM deve essere esteso e comprendere le altre forme tumorali professionali. Priorità di cui dovrà essere sollecitato l’inserimento nella Strategia Nazionale ricordata al punto precedente. In Italia sono oggi attivi diversi sistemi di registrazione delle malattie asbesto-correlate che devono sempre più collaborare fra di loro confrontando ed integrando i diversi dati. Questi diversi sistemi scontano la generale sottosegnazione delle malattie professionali, sottosegnazione che interessa anche le patologie asbesto-correlate diverse dal mesotelioma; occorre, dunque, attivare campagne mirate (anche alla luce dei dati del RENAM) rivolte alle strutture di diagnosi e cura per una più vasta emersione di dette patologie.
5. I punti 1, 2 e 4 possono e devono prevedere un contributo diretto dell’Inail nelle forme da concordare tra il Ministero della Salute e il Ministero del Lavoro in quanto siamo in presenza di una tipologia di patologie che per l’80% riguardano lavoratori assicurati Inail o ex assicurati Inail esposti a sostanze cancerogene.
6. La revisione della finalizzazione del Fondo Nazionale Vittime dell’Amianto. La richiesta di istituzione del fondo è stata sempre riferita alle vittime civili, alle vittime inconsapevoli dell’inquinamento ambientale determinato dalle attività produttive. Riteniamo necessario e utile ripristinare la natura originale di questo Fondo e quindi definirne le attribuzioni esclusive a lenimento del danno delle vittime civili e loro familiari che non hanno nessuna copertura assicurativa in capo alle assicurazioni pubbliche.7. Revisione delle modalità di indennizzo delle malattie asbesto correlate per i lavoratori assicurati all’InailE’ necessario aprire una ricognizione dei trattamenti di indennizzo dei lavoratori con placche pleuriche e verificarne una possibilità di aggiornamento.
9. Contenzioso previdenziale Non si ritiene necessario una riapertura di tutta la problematica, in quanto importanti risultati, anche se non esaustivi, sono stati conseguiti: come il pensionamento anticipato per esposizione all’amianto di oltre 130.000 lavoratori. Ma si tratta di sottrarre alle speculazioni legali, in parte dovute alla farraginosità normativa, in alcuni casi anche se limitati, alle inadempienze, inerzie o valutazioni contraddittorie degli istituti preposti, e risolvere l’enorme contenzioso legale che si è sviluppato nel merito ai trattamenti previdenziali in seguito all’esposizione all’amianto. Chiediamo che al Ministero del Lavoro si avvii un tavolo tecnico con gli istituti interessati, Inail e Inps, gli Uffici Legali dei Patronati Sindacali, che sottopongono alla parti sociali e al Ministro del Lavoro le possibili soluzioni che consentano di ridurre le spese legali di tutti i soggetti in campo e consentire di abbassare il livello del contenzioso legale. Deve essere inoltre trovata una soluzione al fine di armonizzare il riconoscimento dei benefici previdenziali ai lavoratori esposti all’amianto, con le recenti norme introdotte in materia pensionistica dalla “Riforma Fornero”.
10. Un patto interministeriale, un patto interistituzionale, un patto sociale Il Ministro Balduzzi ha avuto l’accortezza politica di coinvolgere gli altri Ministri dell’Ambiente e del Lavoro nella rivisitazione della questione amianto. Riteniamo utile e proficuo favorire una modalità che mantenga un coordinamento unitario della problematica amianto , fermo restando l’indispensabile approfondimento e sviluppo politico e amministrativo nei singoli ministeri per le parti di specifica competenza: ambiente e bonifiche con il Ministro Clini, malattie professionali e aspetti previdenziali con il Ministro Fornero. La stessa operazione bisogna realizzarla con le rispettive amministrazioni dei livelli istituzionali delle Regioni e dei Comuni. In particolare per la parte sanitaria riteniamo urgente la convocazione di una riunione con gli assessori della salute delle Regioni per la condivisione ravvicinata delle decisioni che devono svilupparsi sulla parte della sorveglianza sanitaria, dei percorsi diagnostici terapeutici con le strutture di eccellenza e le sedi e la rete dei centri e delle attività dediche alla ricerca delle terapie efficaci. Sempre agli assessori regionali, ma ambientali, unitamente ai sindaci deve essere estesa la definizione delle buone pratiche vincolanti per le attività delle bonifiche.11. Un’ultima considerazione la vogliamo rivolgere agli uomini e alle donne in servizio presso le istituzioni della sicurezza pubblica e della difesa dello stato. Nelle forme specifiche opportune, l’intera legislazione e normativa anche amministrativa deve essere estesa a questa parte della cittadinanza italiana. Chiediamo che i Ministri Balduzzi , Clini e Fornero si attivino verso i rispettivi colleghi di Governo della Sicurezza interna e della sicurezza nazionale affinché in tempi brevi si definiscano le norme di tutela con il coinvolgimento del Parlamento per le parti necessarie.
Le Segreterie Nazionali Cgil Cisl Uil
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