Ma ci racconta anche della notte prima, lui che nella sua branda gioca di continuo con la morte, la invoca fulminea perché lo salvi dalla sua condanna a morte al rallentatore di Uomo Ombra. Stanotte no, stanotte ha paura di morire prima delle sue undici ore da uomo libero, morire come Mosé un istante prima di toccare la terra promessa, hai visto mai un dispetto di Dio. Ma vive. È mattina. I cancelli che dovrà passare sono undici, come le ore eterne e sfuggenti che ha davanti, un film serrato che concentra ogni passione, ma senza lieto fine. Alle 22.00 varcherà a ritroso l’undicesimo cancello, e sarà di nuovo solo. "Io e l’Assassino dei Sogni".
Anche Carmelo. Gli auguro di scrivere il suo Gomorra sul carcere,
con tutta la potenza del suo genio narrativo,
gli auguro di suonare così forte le sue trombe di angelo ribelle
che perfino noi, i complici, gli indifferenti,
possiamo sentirlo.
BARBARA ALBERTI