
"La paura che lo stabilimento della FIREMA di Tito Scalo per la complessa e paradossale situazione finanziaria che si è determinata con la pesante crisi di liquidità dell'azienda, preoccupa notevolmente l’UGL Basilicata metalmeccanici perché il gruppo Ansaldo dovrà ,cosa non facile,riportare in sesto gli equilibri debitori entro sabato 2 ottobre,scadenza ultima per dare speranza ai 130 dipendenti dello stabilimento Lucano:se non avverrà ,il tutto si convoglierà ad ostacolare seriamente il piano di rilancio industriale in via di predisposizione da parte del commissario straordinario Ernesto Stajano".
A comunicarlo congiuntamente sono il segretario regionale UGL Metalmeccaniciella Basilicata,Giuseppe Giordano ed il segretario provinciale di Potenza della federazione,Donato Russo i quali domani alle ore 15 saranno presenti al nuovo vertice stabilito che si consumerà al MISE a Roma. "Ciò che è stato registrato negli incontri svoltisi in precedenza sono di una complicanza ineccepibbile poiché l’assoluta mancanza di liquidità,dovuta alla cessione dei crediti ,essendo intervenuta la società capofila Ansaldo Breda, essa rivendica gli stessi avendoli precedentemente anticipati:se tale gruppo a sua volta è interessata all'aquisto venga fuori a carte scoperte. Non possiamo essere spettatori passivi, il Governatore della Regione Basilicata, Vito De Filippo deve intervenire congiuntamente col Ministero dello Sviluppo economico presso l'Ansaldo ,affinché si consenta di salvare tutti i posti di lavoro e la produzione della Firema: con il via libera del ministero del Lavoro - concludono gli esponenti UGL, Giordano e Russo - alla concessione della cassa integrazione straordinaria a rotazione per i circa 130 addetti dello stabilimento lucano e degli ammortizzatori in deroga agli apprendisti, l’UGL Basilicata metalmeccanici si augura che per domani ,giorno di riconvocazione al MISE ,venga fuori da tale incontro ,un progetto applicabile , attuativo e condivisibile che possa dare speranza che nulla è stato perso e che si eviti un’ennesima chiusura di una realtà produttiva del nostro territorio Lucano mettendo al lastrico dell’ennesima disperazione 130 altre famiglie della Basilicata, ciò và assolutamente scongiurato".
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