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venerdì 16 novembre 2012

SANTOCHIRICO: Chiarezza e confronto in Consiglio sul futuro di Metapontum Agrobios


Da più' di qualche seduta all'OdG  della Giunta regionale figura la messa in liquidazione di Metapontum Agrobios srl. Non son noti, allo stato, i presupposti dell’orientamento della Giunta. Da tempo era conosciuta la situazione di difficoltà ed incertezza in cui versava la società. E proprio per questo, il Consiglio Regionale, in sede di assestamento di bilancio, nell’estate del 2011, oltre ad autorizzarne la ricapitalizzazione, dispose che “Al fine di salvaguardare le funzioni e le attività svolte da Metapontum Agrobios s.r.l. la Giunta regionale verifica le condizioni per il rilancio della società, anche attraverso la ridefinizione degli obiettivi strategici, delle attività e degli assetti” (art. 27 l.r. n. 17/2011) , prevedendo altresì che “la Giunta regionale è altresì autorizzata, qualora non si verificassero le condizioni di cui al precedente comma, ed entro il termine del 30 giugno 2012, ad approvare gli atti necessari per la messa in liquidazione della suddetta società ed il passaggio delle risorse strumentali ed umane all’Arpab ed all’Alsia” (termine poi differito al 31/12/2012 dall’ultima legge finanziaria).
Il presupposto fissato dal Consiglio per la messa in liquidazione si è concretizzato? La Giunta ha verificato le condizioni del rilancio? Si è rivelato impossibile? Cosa è stato fatto? Sono sopravvenuti nuovi vincoli o circostanze? Sarebbe opportuno che tutto ciò fosse chiaro e fosse oggetto di confronto in Consiglio.
Non sfugge, tanto meno a chi, come me, ha contribuito in maniera determinante a scrivere quella norma, che con essa abbiamo messo al riparo il futuro dei lavoratori, vincendo dubbi e resistenze.
Ma non mi rassegno neanche all’idea che si possa procedere burocraticamente alla liquidazione di Agrobios senza considerare la sua qualità di unica presenza pubblica regionale nel campo della Ricerca e dell’Innovazione e la sua collocazione nella strategia regionale della società della ricerca e informazione, anch’essa approvata in Consiglio nel 2008.
Altrimenti, anche in questo caso, la questione sembra essere derubricata ad archiviazione di un residuo, liberazione da un peso, rottamazione di un’ obsolescenza.
Se si ritiene che di questo si tratti, lo si dica chiaramente e se ne espongano le motivazioni.
Se, invece, si valuta ancora opportuna, se non necessaria, una presenza pubblica nel campo delle agrobiotecnologie e della sperimentazione e ricerca connesse al settore primario, se ne espliciti il disegno e il progetto, tenendo conto del patrimonio di esperienze e competenze di Agrobios così come di enti strumentali già operanti nel settore. Poi si adottino gli atti amministrativi e legislativi necessari.
E’ tempo di chiarezza, di recupero di uno sguardo lungo, di ritorno al metodo della programmazione, di dare autorevolezza alla capacità di governo, che ci sottragga alla spirale involutiva della crisi e di chi la (mal)governa. Se ne avverte il bisogno nella nostra regione, per guardare più avanti e sfuggire alle angustie del presente, ma anche per evitare di assecondare derive rinunciatarie o minimalistiche.
Recuperiamo, anche così, insegnamenti di chi, prima di noi, come il compianto Michele Cascino, ha investito intelligenza e impegno in questa direzione, e per questa ragione riceve oggi i tributi e i riconoscimenti che merita.
Vincenzo Santochirico

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