GIOVEDI 15 NOVEMBRE ORE 18. SALA PARROCCHIALE PIAZZA ERACLEA POLICORO.
PRIMO INCONTRO CITTADINO PER DIFENDERE IL MARE JONIO DALLE ESTRAZIONI PETROLIFERE
Ben 6 compagnie petrolifere vogliono trivellare ora il mar Jonio: Shell,Apennine E.,Northem,Enel L.,Eni,Nautical P.
Tutta colpa del ministro Corrado Passera e dei parlamentari che lo hanno appoggiato (lucani e calabresi) nel decreto Crescitalia. I petrolieri trivelleranno l’Adriatico,lo Jonio, il Canale di Sicilia fino in Sardegna (circa 70 piattaforme petrolifere), con condizioni economiche e ambientali favorevoli solo ai petrolieri.(il tutto per solo 8 settimane di fabbisogno nazionale-fonte greenpeace)
I rischi ormai li conosce anche un bambino: probabile inquinamento anche con le sole attività di ricerca di minerali, con percentuali dell'80% di moria di pesci entro 5 km dall'area in cui si sparano onde d'aria con l'air-gun, lo strumento che utilizzano per creare onde sismiche che rivelano la presenza di giacimenti nel sottosuolo marino. In fase di trivellazione e/o lavorazione degli idrocarburi i rischi per l'ambiente e la catena alimentare sono dovuti all'uso di sostanze tossiche, a possibili perdite di idrocarburi e a fenomeni di subsidenza. Un pericoloso abbassamento del suolo terrestre perché causa di alluvioni ed erosioni e l'area Jonica Metapontina ha già molti problemi di alluvioni e di erosioni. Un fenomeno di subsidenza sta accadendo a Crotone ed è stato denunciato dal professor Leonardo Seeber, sismologo americano, per via della presenza di alcune piattaforme marine che estraggono gas.
I nuovi permessi di ricerca mineraria in mare ci faranno dire addio alle scenografiche albe joniche, distrutte per sempre dalle rugginose piattaforme in mare, a migliaia di posti di lavoro nel turismo, nella pesca, nell’agroalimentare, addio agli investimenti immobiliari sul mare (chi ha una casa perde il suo valore subito). Miliardi pubblici di investimenti sul turismo andrebbero in fumo subito. Addio alla fauna marina e al paradiso di delfini e di tartarughe. Non esistono tecniche di perforazione non impattanti e in caso di grave incidente come nel Golfo del Messico,le conseguenze sarebbero gravi.. Distruggere il mare significa distruggere la storia,l’identità e il futuro economico del meridione d’Italia.
Contro chi vuole mettere le mani sullo Jonio per trivellarlo , chiediamo una mobilitazione immediata di tutti i cittadini che come a Scanzano invitiamo ad auto-organizzarsi . Le istituzioni ,i sindaci facciamo sentire immediatamente la propria voce. La Regione Basilicata che ha fatto il memorandum con il governo per il raddoppio delle estrazioni sulla terra (senza ancora ottenere nulla in cambio) ,si opponga come stanno facendo Puglia,Molise, Abruzzo,Veneto ,coinvolgendo anche la Calabria.Ognuno ora è responsabile del proprio futuro
10.11.12 NOSCORIE TRISAIA – ORGANIZZAZIONE LUCANA AMBIENTALISTA
www.olambientalista.it ---/http://noscorietrisaia.ilcannocchiale.it/
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