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giovedì 19 gennaio 2012

“I VENERDI’ CULTURALI DI PRESENZA LUCANA” – Ventiduesimo Anno Storia del Primitivo: da plebeo a nobile


Dopo “Vivere a lungo e in salute: la dieta mediterranea” relazione presentata dal dott. Gianfranco Orbello continuano gli appuntamenti dei "Venerdì Culturali di Presenza Lucana", giunti al ventiduesimo anno di attività continua a Taranto, con la cartella di ENOGASTRONOMIA, dal titolo: STORIA DEL PRIMITIVO: DA PLEBEO A NOBILE. L'incontro curato dal dott. Giuseppe Baldassarre, medico, scrittore, sommelier e degustatore AIS, si ricollega a un precedente presentato presso l'Associazione Culturale Presenza Lucana, in occasione dei 150 Anni dell'Unità d'Italia dal titolo "Il Risorgimento del vino: dal Barolo al...Primitivo", dallo stesso relatore. Con uno studio approfondito e, per questo, apprezzato dai presenti, il sommelier aveva descritto la storia dei vini italiani prima e dopo l’Unità d’Italia, attraversando tutte le eccellenze che il ricco territorio italiano offriva. Nei Musei di Taranto, Bari e Ruvo esistono vasi e monete che recano riferimenti enoici e danno un'idea della diffusione della coltura del vino nelle colonie greche.
Venerdì sarà la storia del Primitivo, che da plebeo diventa nobile ed apprezzato in tutto il mondo con il nome di Primitivo di Manduria D.O.C., a prendere forma ed essere presentato in tutta la sua interezza. E’ la precocità della maturazione delle uve, da cui si ottiene il vino ad assegnare il nome di Primitivo.
Fino a qualche decennio fa nessuno avrebbe potuto immaginare l’esistenza di una strettissima parentela, comprovata da una sostanziale identità genetica, tra Primitivo, Zinfandel ed Crljenak Kastelanskj (o Plavina), un oscuro vitigno rimasto ormai in pochi esemplari sulla costa e su alcune isole dalmate.
“Vino solare, caldo, immediato, generoso, il primitivo esprime in modo impareggiabile il carattere della gente di Puglia ed il territorio al quale si è perfettamente adattato nell’arco di secoli, se non di millenni. Le sue grandi potenzialità, ancora inespresse, meritano di essere ulteriormente sviluppate per meglio valorizzarne le svariate tipologie e le diverse originali espressioni territoriali” (Baldassarre). Nei Musei di Taranto, Bari e Ruvo esistono vasi e monete che recano riferimenti enoici e danno un'idea della diffusione della coltura del vino nelle colonie greche.
All’incontro, con ingresso libero, introdotto da Michele Santoro, interverrà l’enologo savese dott. Antonio Mancino.
Alla fine della relazione la nuova Azienda Agricola Palmento Galilei di Sava, di Paolo Mancino, offrirà una degustazione dei suoi vini.
L’Associazione Culturale ricorda che è in corso il tesseramento per consentire la stampa della tessera personalizzata alla tipografia. Per informazioni tel. al 3384945141 o 099/7384301.

Articolo di Michele Santoro

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