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martedì 12 ottobre 2010







UGL:”Il sindacato è chiamato a fare strategie".

“Uscire dalla crisi economica con strategie mirate , sicure ,per rilanciare e promuovere un adeguato sviluppo economico deIla Regione Basilicata se vogliamo che l’economia torni a crescere ,torni a contare nella politica nazionale, che vi sia equità nelle opportunità che i cittadini hanno a disposizione. La Lucania non può essere né un contenitore vuoto, né un alibi rispetto alle responsabilità nazionale. Le Aziende vanno incoraggiate nel credere nel nostro territorio costituito di brava gente e tornare a investire, perché solo così siamo più forti”. Lo dichiarano congiuntamente in un comunicato stampa il segretario regionale dell’UGL Basilicata metalmeccanici,Giuseppe Giordano e Donato Russo, segretario provinciale Potenza della federazione metalmeccanici.

“Il sindacato è chiamato a svolgere strategie facendo punto di riferimento per le scelte aziendali e stimolando l'azione della politica, delle istituzioni ed essere in prima linea: L’UGL vuole essere propulsore di idee che devono essere attuabili e conseguiti con uno sforzo comune e soprattutto con una forte convinzione sull’unità sindacale più ampia possibile e dell'utilità di quanto deciso. Abbiamo il compito di invogliare e far accrescere la produttività industriale e del sistema economico - continuano Giordano e Russo - dare il contributo affinché esso non resti nel libro dei sogni poiché oggi tutti siamo chiamati a un impegno straordinario in un contesto di crisi globale, che coinvolge anche la responsabilità nella fiducia e nella progettualità per il futuro, soprattutto per le giovani generazioni. Dobbiamo sollecitare azioni per un forte coordinamento delle politiche economiche : non possiamo concederci e correre nessun rischio di andare incontro a una crescita definitivamente compromessa condizionante i livelli di occupazione con il nostro sistema industriale che è in affanno : n’è d’esempio ciò che oggi si registra nella Fiat Sata di Melfi che , dopo 18 anni di attività registra uno stillicidio continuo di cigo che non sembra fermarsi. Dobbiamo agire con decisione – aggiungono i due segretari UGL - traendo insegnamento dalla crisi nazionale e mondiale, non essendo stata finanziaria, ma strutturale. La regione è ancora indietro nella ripresa e le prospettive sono modeste, soprattutto considerando il reddito medio dei nostri concittadini. La crescita rischia di essere ulteriormente appesantita da debito pubblico, tassi d’interesse, posizione non più competitiva, prezzi alti delle materie prime e dalla questione scomoda demografica,tutti parametri che si sono aggravati rispetto a 10 anni fa con l’indebitamento di famiglie e imprese che ormai sono al lastrico finanziario racchiusi in una desolante rassegnazione. L’ambizione dell’UGL Basilicata Metalmeccanici e' arrivare a un piano strategico industriale Regionale che e' qualche cosa di più di un piano progettuale. Tutto questo perché un piano strategico contemplerebbe l'organizzazione di tutte le aziende dando le priorità principale a ricerca,sviluppo, tecnologie. I numeri a livello occupazionale nelle fabbriche,escludendo l’evento SATA FIAT,sono molto piccoli in quanto riguardano aziende molto piccole, poco efficienti e quindi senza futuro. Nella ns. regione, - continuano i sindacalisti della UGL,Giordano e Russo - sono aumentate le ore di cassa integrazione guadagni sia ordinaria che straordinaria e non si vede uno straccio di prospettiva di ripresa produttiva ed occupazionale né a breve né a lungo termine, nonostante i tanti proclami o interventi finanziari di sostegno che si sono sbandierati o continueranno ad essere sbandierati specie in procinto di campagne elettorali. L’emendamento approvato bi-partisan sul raddoppio della durata del trattamento di Cassa Integrazione portandola da 52 a 78 settimane per gli anni 2010 e 2011 è una prima risposta per combattere la crisi, ma occorre pensare al più presto ad una nuova politica industriale. Infine - Giordano e Russo ritiengono - che una seria ed efficace politica industriale debba passare sì attraverso incentivi alle imprese ma, solo a quelle che mantengono la produzione in Italia, affinché si salvaguardino di più i livelli occupazionali ed evitare che si ripetano le assurde vicende di tante finte realtà produttive che fino ad ora hanno solamente privatizzato i profitti e socializzate le perdite, trasferendo le proprie attività industriali fuori dal ns. paese, lasciando in Basilicata solo drammi occupazionali chiudendo importanti e storiche presenze industriali”.

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