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mercoledì 6 marzo 2013

D’Amico e Giordano (Ugl) intervengono su Ferrosud.

“Sulla vicenda Ferrosud vengono versate da più parti ancora rimpianti in quanto i segnali di una progressiva dismissione dello stabilimento erano nell’aria da anni e la Ugl a più riprese lo ha da sempre denunciato”.
E’ la dura posizione del segretario provinciale Ugl di Matera, Luigi D’Amico e del segretario regionale Uglm, Giuseppe Giordano i quali, diffidano delle lamentele di Fim, Fiom e Uilm degli ultimi tempi che lasciano il tempo che trovano poiché a loro parere si sarebbe dovuto intervenire già da tempo in maniera energica e risolutiva. “Non sono stati in grado di assicurare prospettive produttive ed occupazionali essi venendo meno, unitariamente alla politica che li accompagnava, a tutti gli impegni assunti. L’UGL – proseguono i segretari – ricorda che dopo il concordato la gestione Mancini aveva annunciato piani di investimento e commesse e nuova ripresa, ma al solito nessuna commessa registrando all’epoca nessuna voglia di discutere con la nuova cordata presentata dall’UGL, o con Step ONE di Tito: in Regione invece di portare o discutere richieste credibili su piani industriali, l’attuale gestione ha portato solo ed esclusivamente richieste continue di cassa integrazione da far prendere atto alle oo.ss. su passaggi già ‘consumati’. Infatti - continuano i due sindacalisti, Giordano e D’Amico - sulla vicenda Ferrosud si sono consumate moltissime inadempienze, molti impegni disattesi, volontà mancate perpetrate ai danni dei lavoratori della che si sono visti franare sotto i piedi tutte le speranze di rilancio produttivo ed occupazionale dello stabilimento di Iesce. Solo l’intervento del Prefetto di Matera su Regione e M.I.S.E.E. - a detta di D’Amico e Giordano -, fa ancora in tempo a salvare con la vertenza, convocando un tavolo in cui si possa e si debba superare tutti gli ostacoli. Ora per l’UGL – proseguono i leader sindacali, D’Amico e Giordano, - è l’unica via d’uscita, avvenga la convocazione immediata di un incontro presso Palazzo di Governo ed il Mise, per definire un percorso certo finalizzato a riportare tutti i lavoratori in produzione garantendo gli impegni assunti considerata ormai chiusa la fase del Gruppo Mancini. Per questi motivi – concludono Giordano e D’Amico - anche il Governo, vecchio o nuovo, partecipi assumendo le iniziative necessarie a sbloccare la situazione per portarla finalmente ad un piano industriale chiesto da tempo così allontanando la grande preoccupazione per il destino dello stabilimento Ferrosud e dei lavoratori”.

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