Venerdì 29 marzo 2013, alle ore 18.30 e alle ore 23.00, nelle antiche strade di Castronuovo Sant’Andrea, per iniziativa della Pro Loco e con la collaborazione del MIG. Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella”, si rinnova l’incontro arte-fede: un artista contemporaneo interpreta gli episodi della storia degli ultimi giorni di Gesù e scandisce con il suo lavoro la processione che da centinaia di anni attraversa il paese e ha il suo momento più emozionante nell’incontro del Figlio morto con la Madre rappresentati da due statue in cartapesta del XVIII secolo conservate nella Chiesa Madre.
Dipinte su cartone tra il 1957 e il 1967, rinnovano l’incontro arte-fede e scandiscono il percorso di un grande mistero. È la seconda volta che vengono esposti in Italia. Melotti ha raccontato da par suo gli anni del dopoguerra che segnano, con la personale alla Galleria L’Annunciata presentata da Alfonso Gatto, il suo ritorno alla pittura: “Durante una guerra lunga e crudele e un dopoguerra sconvolto e senza pace mi trovai alla deriva su strade non mie. Giustifico queste lunghe pause pensando che l’artista partecipi con lo spirito, anche e soprattutto inconsciamente, alle vicende della società in cui vive”. “Io dipingo. In pittura forse abbiamo ancora il modo di dire qualcosa, una parola che almeno non sia stata pronunciata con quell’accento.
Un modo privato, una specie di diario. In scultura più niente da fare, da dire, dopo quello che è già stato detto e fatto. È morta, per ora. Nessuno può crederci più”. “L’evento informale, sia nell’arte sia nella natura, dal vibrare del microbo alle cascate dei fiumi, dal tronco all’uragano, non riesce a catalizzarsi nella forma compiuta, espressione dell’arte. Il taglio di Fontana è l’emblematico bisogno di uscire dalla giungla informale”. “Stupido amore della materia. L’arte non nasce plasmata o forgiata o compressa sotto vuoto. Come Minerva nasce dal cervello.
Molte opere d’arte conclamate si rivelano nate da un’idea artigianale, tutta prevedibile. Un muro invalicabile, il muro della poesia, preclude la cittadella dell’arte. Lì dentro le idee passeggiano nude”. “Il raptus drammatico della creazione artistica è simile allo stato d’animo del ragazzo che, trovandosi a camminare nella notte in una strada deserta, per farsi coraggio canta e, non ricordando più nulla, inventa la canzone”. “Eliminare il piacere, il gusto della materia. Nella scultura ciò che conta è l’occupazione armonica dello spazio, nella pittura il gioco profondo del disegno e del colore. Gli aleatori imprevisti della materia non sono il sogno. Gli stimoli non sono le sensazioni”. Da questo momento, la pittura sarà compagna fedele di Melotti, un esercizio quotidiano compiuto nel silenzio dello studio di Via Leopardi a Milano, di Via San Sebastianello a Roma, mai dimenticando ciò che era stato ed era “il vento della guerra, delle divisioni, delle stragi” e quanto Picasso avesse segnato con Guernica la prima stazione di una lunga Via Crucis, da percorrere per ritrovare la fede smarrita. Le quattordici stazioni di Melotti compiono questo percorso di fede modulando abilmente il linguaggio della pittura e della scultura, attraverso un accumulo pastoso di colore steso sulla carta col gesto di chi vuole riflettere su quanto quotidianamente accade intorno a noi, ridando lentamente corpo alle figure filamentose che si dispiegano intorno al Cristo crocifisso. In occasione della Via Crucis, sarà possibile vedere, nelle sale del MIG. Museo Internazionale della Grafica, l’opera grafica di Melotti dal 1970 al 1985 e le incisioni di Alexander Calder per E. E. Cummings. Le 14 stazioni, dopo la processione, verranno allestite in una delle sale del MIG e rimarranno esposte fino all’1 giugno 2013.
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