Più volte il movimento astensionista ha fatto istanza alle Reti televisive del Servizio Pubblico Rai affinchè i talk-show, i notiziari giornalistici o le stesse testate di approfondimento politico-istituzionale attuassero i più elementari principi del pluralismo, fornendo quel minimo supporto informativo anche agli astensionisti politici e alle loro democratiche rivendicazioni avanzate senza purtroppo ricevere “mai” alcuna risposta.
Discriminare quegli elettori che non trovano nell’offerta politica alcuna sintonia significativa con i partiti e i movimenti sulla scena, significa violare palesemente il 1° articolo della Costituzione censurando a priori il pensiero “sovrano” riferito oggi alla maggioranza assoluta degli italiani, come reso evidente da tutti i termometri del consenso politico attuale.
Il movimento astensionista politico italiano non è un partito politico, poichè per regolamento fondativo i Commissari che lo reggono non possono evidentemente partecipare ad alcuna consultazione elettorale, di qualsiasi tipologia, nè come candidati ma neanche come semplici elettori.
Ciò fa sì che lo stesso non possa accedere “solo” alle programmazioni strettamente ricadenti nella “par condicio” elettorale, ma in tutti gli altri……
Nel rappresentare le istanze rivendicative del diritto all'astensione politica alle più alte Cariche dello Stato, il movimento astensionista ha sempre incluso senza alcuna ombra di dubbio nè esitazione la sovranità di tutti gli astensionisti politici italiani, siano essi iscritti al movimento, semplici attivisti o simpatizzanti di esso, oppure cittadini che loro malgrado ricorrono all’astensione per impedimenti oggettivi vari (lavoro, studio, malattie).
La Costituzione, come giustamente afferma anche Benigni, fu elaborata dai Padri costituenti per fornire alla nascente Repubblica Italiana quello strumento di garanzia che tutelasse il primo baluardo della stessa democrazia, fatto di un pluralismo armonico, di intenti e di ideali, preteso dall’intero Popolo italiano per evitare di ripiombare in una nuova minaccia o spettro di regime.
Roma, 19 dicembre 2012
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