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domenica 30 dicembre 2012

“Uscire dalla crisi. Con Silvio Berlusconi. Un imperativo categorico”

L’Italia è ancora una volta al bivio.

Si apre una campagna elettorale complessa, dove ogni elettore italiano è chiamato a fare una vera scelta di salvezza dei propri interessi: votare oggi al di là delle ideologie, ormai crollate, significa dare un mandato forte al movimento politico che con sincerità e coraggio, ad ogni costo, si batte per salvare la famiglia, il lavoro, il patrimonio, la casa, l’ azienda di ogni italiano e italiana. Le alternative in campo.
In disparte il pericoloso populismo autoritario e mediatico di Grillo, vediamo da una parte il gruppo Monti-Bersani-Vendola- Fini, un anomalo “poker” di sinistra – centro, prigioniero e vittima dell’asse Merkel – Hollande, che vuole continuare ad aumentare le tasse e che ha sostanzialmente distrutto l’economia reale, la nostra capacità di fare e di produrre per offrire tutto in pasto ai grandi gruppi di potere finanziario; dall’altra il coraggio di Silvio Berlusconi, attaccato dai poteri forti e dalla magistratura, che in nome della libertà e dell’Italia, vuole fare uscire la nostra Nazione dalla recessione e dalla paura del futuro. Sino al 2011, tutti i commentatori indipendenti prendevano atto dell’ esistenza di una crisi di contesto generale, a livello mondiale. Dal 2008 al 2011, con il Governo Berlusconi, siamo stati classificati come la seconda economia d’Europa. La linea Monti, dopo i tradimenti dei voltagabbana che si annidano nel Parlamento e la svendita dell’Italia alla dittatura finanziaria dei poteri forti, è stata quella di alzare al massimo le tasse, introdurre l’IMU, bloccare la riforma della pubblica amministrazione, senza pensare a crescita e ad investimenti. I risultati sono molto amari, lo sappiamo tutti sulla nostra pelle. Subendo il diktat franco-tedesco, di cui Monti si è fatto vassallo ed esecutore tecnocratico e antinazionalista. Siamo tutti più poveri di un anno fa: è raddoppiato il numero degli italiani che soffrono la fame; 47 mila famiglie sono state costrette a lasciare la propria casa perché impossibilitate a pagare le rate del mutuo; lo Stato, le regioni, i comuni sono insolventi e hanno fatto fallire di credito impagato migliaia di imprese e messo in crisi quasi irreversibile di liquidità migliaia di professionisti, tutti aggrediti da Equitalia; il 50% della forza lavoro è composto da disoccupati, inoccupati, cassintegrati ed esodati; l’80 per cento dei giovani occupati è...precario; il volume degli acquisti (dati Codacons) e dei consumi è crollato del 20% rispetto ad un anno fa, con punte del 29% nell’arredamento, a dimostrazione dell’enorme perdita di potere d’acquisto. Silvio Berlusconi è l’unico politico nazionale a voler cambiare radicalmente le cose e che intende difendere con tutte le sue forze gli interessi degli italiani contro le decisioni di Germania e Francia che si arricchiscono a spese di Italia, Grecia e Spagna. Abbiamo lavorato duro in questi anni, in Parlamento, al Governo Nazionale. Agli inizi di dicembre, abbiamo preso atto dell’impossibilità di proseguire con l’agenda Monti- Bersani- Vendola- Fini ne per evitare di portare l’Italia allo sfascio, abbiamo riavviato un’azione politica forte, generosa, liberale e democratica che porti avanti una lotta senza quartiere contro la crisi. Per noi, l'unica vera ricetta per contrastare, presto e bene, la crisi è la riduzione della pressione fiscale. L'esatto contrario di quello che ha fatto il governo Monti: in un anno, i professori l'hanno aumentata di quasi 3 punti, fino a farle raggiungere livelli insopportabili. Per le famiglie e per le imprese. Con il risultato che sono crollati i consumi, sono crollati gli investimenti, è aumentata la disoccupazione e l'inflazione, e la recessione va accentuandosi sempre di più. Finiremo l'anno a -3% in termini di Pil. Tutto per seguire le follie egoistiche ed egemoniche della Germania di Angela Merkel , quella Germania che a giugno 2011 ha innescato la crisi con la vendita, da parte di Deutsche Bank, di 8 miliardi di titoli di Stato italiani, che ha indotto gli altri grandi operatori mondiali a fare altrettanto. E Silvio Berlusconi, che a Angela Merkel si era opposto, è diventato, grazie alla crisi, l'agnello sacrificale. Questo disegno può ancora essere battuto. E il modo più semplice è vincere le elezioni Politiche del 24 e del 25 febbraio prossimi venturi, con un programma di riforma dell'architettura costituzionale dello Stato, introducendo il presidenzialismo alla francese, e con un programma serio di politica economica, incentrato su una drastica e strutturale riduzione delle tasse sulle famiglie e sulle imprese, finanziata da una equivalente riduzione del debito: via l'Imu sulla prima casa (costa poco più di 3 miliardi) e si tagli per almeno altrettanto, fin dall'anno prossimo, il cuneo fiscale. Il tutto fa 6-7 miliardi di euro, che sono esattamente un punto di pressione tributaria. Per il lavoro, dobbiamo ripristinare la flessibilità in entrata prevista dalla legge Biagi, cancellare le tante rigidità dell’incomprensibile legge Fornero, ampliando il ruolo degli accordi a livello di impresa, in modo da adeguare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende, secondo quanto già previsto dalla legge 138 dell’agosto 2011 e in linea con le indicazioni della BCE guidata da Mario Draghi, nonostante l’opposizione della Merkel. Si può fare, solo che lo si voglia. Immediatamente, appena torneremo al governo. Senza svendere i nostri gioielli di famiglia, facendo ricircolare il denaro, ad ogni costo. Non possiamo morire di euro. Le imprese e i professionisti devono essere pagati da questa pubblica amministrazione governata dai sindacati dei nullafacenti, che bloccano la riforma del pubblico impiego e impediscono il licenziamento dei molti che non fanno nulla e che vivono alle spalle degli impiegati che lavorano e che noi manteniamo pagando tasse. Grilli e compagni, poi, hanno bloccato la strategia del Memorandum Basilicata e impedito l’emanazione della decretazione attuativa dell’art. 16 della legge sulle liberalizzaioni, un risultato che con il grande impegno dei nostri gruppi PDL Camera e Senato siamo riusciti a portare a casa, in armonica prosecuzione con quanto avviato nel 2010-2011 sotto il governo Berlusconi, con me sottosegretario all’Istruzione, all’Università e alla Ricerca scientifica. Dovremo ricominciare con entusiasmo, per la Basilicata, per i nostri figli. È questa la vera rivoluzione liberale. Dobbiamo vincere, con Berlusconi, ed evitare che possa avere chance di vittoria una “armata brancaleone” composta da comunisti, tecnocrati, falsi popolari, pronta già a rispaccarsi. Per tornare a vincere e sedere, da protagonisti, ai Tavoli nazionali ed europei. Da Italiani.
Sen. Guido Viceconte

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