Così recita il Piano Oncologico Nazionale 2012-2013.
Il 50% delle proteine terapeutiche utilizzate al giorno d’oggi sono modificate con l’ingegneria genetica, almeno 250 sono farmaci “biotec” e il 40% è impiegato nella cura dei tumori.
La rivoluzione biotecnologica ha avuto un imponente impatto sulle risorse necessarie per finanziare l’introduzione nella terapia delle innovazioni: sul totale della spesa annuale farmaceutica italiana, circa il 10% è riconducibile ai farmaci oncologici.
Il D.L. 13 settembre 2012, n. 158 - Decreto Balduzzi -, convertito con la legge 189/2012, ha stabilito l’obbligo per le Regioni di assicurare l’immediata disponibilità agli assistiti, con oneri a carico del S.S.N., di farmaci che possiedano il requisito dell’innovatività terapeutica.
Oltre a garantire un uso appropriato dei farmaci, anche attraverso la caratterizzazione biopatologica e biomolecolare dei tumori per la scelta della strategia terapeutica, una preziosa opportunità può essere costituita dai “biosimilari”.
La scadenza del brevetto di molti farmaci biotecnologici ha offerto all’industria farmaceutica la facoltà di produrre biosimilari, “farmaci il cui principio attivo è simile al biologico di riferimento, ma, per la complessità della struttura e per le modalità del processo produttivo non perfettamente identico”, consentendo quindi un ampliamento del mercato e una riduzione dei costi, permettendo, di conseguenza, di estendere i benefici terapeutici di farmaci biotecnologici a un numero maggiore di pazienti.
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