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venerdì 8 giugno 2012

CSAIL-INDIGNATI: UN GIORNO DI SCIOPERO DELLA BENZINA NON BASTA

L’iniziativa dell’Aci di Potenza (come è avvenuto in tutt’Italia) di invitare mercoledì scorso gli automobilisti a non fare rifornimento per dire coralmente basta agli aumenti dei prezzi alla pompa, saliti di oltre il 20% in un anno (tra carburante, assicurazione, bollo, il costo auto è non meno di 3.500 euro l’anno), dà ragione alle proteste attuate in precedenza dal Csail-Comitato Indignati Lucani, presidente Filippo Massaro, e che ha visto sinora in Basilicata due giornate di “sciopero degli automobilisti” (nessun rifornimento di carburante in un giorno prestabilito la settimana). Abbiamo inoltre aderito alla proposta di legge di riforma della distribuzione carburanti promossa dal Coordinamento Nazionale Unitario di Faib Confesercenti e Fegica Cisl e sostenuta dalle maggiori associazioni dei consumatori, denominata “Libera la benzina!”, all’esposto che lo stesso cartello di associazioni ha inviato alla Procura della Repubblica di Roma e a tutti i Prefetti contro il comportamento dell’ENI che nelle proprie stazioni di carburante pratica prezzi più alti, ma soprattutto in “Val d’Agri – Sauro” territorio petrolifero più grande dell’Europa Occidentale, ed infine alla campagna lanciata da Beppe Grillo per il boicottaggio delle stazioni di carburante ENI e SHELL. In questi giorni circola la notizia che la card carburante per gli automobilisti lucani sarà “ricaricata” in settembre-ottobre per altre 100 euro circa pro-capite. La nostra indignazione – evidenzia Filippo Massaro - ha raggiunto il livello più alto. Siamo al ridicolo: per le auto di media cilindrata equivale a poco più di un pieno!

E poiché una giornata di mancato rifornimento di carburante per la propria auto non basta più, anche se ci risulta una buona adesione di automobilisti lucani (almeno uno su cinque) non ci resta che seguire l’invito di Beppe Grillo perché lo sciopero del pieno un solo giorno la settimana non ha causato che danni irrisori, in quanto siamo comunque costretti negli altri giorni a fare rifornimento. L’obiettivo da raggiungere - spiega l’ing. Massaro - è quello di costringere ENI e SHELL, che di fatto fanno cartello, ad abbassare i listini ormai anche da noi sempre più vicini alla soglia dei 2 euro al litro.

Siamo favorevoli inoltre a tutte le proposte di liberalizzazione della vendita di carburanti purchè possano realmente rappresentare una calmierazione controllata dei prezzi.

Tra le più significative modifiche normative da apportare, come sta già accadendo per l’elettricità, allo scopo di adottare una configurazione regolatoria del mercato più competitiva e concorrenziale –spiega Massaro- figurano: costituire un mercato all’ingrosso dei carburanti per autotrazione, definito da un Gestore del Mercato secondo principi di neutralità e trasparenza, che pubblicizzi listini settimanali e che renda più comprensibile la dinamica domanda-offerta, restituendo parametri più rispondenti alla realtà di quelli offerti dai valori, solo virtuali e ipotetici, attualmente assunti attraverso l’andamento dei mercati internazionali sui greggi o sui prodotti finiti; separare nettamente l’ambito del mercato nel quale si muovono i produttori-fornitori da quello della distribuzione finale; affidare ad un Acquirente Unico il compito di ottenere le migliori condizioni di mercato per l’approvvigionamento dei distributori al dettaglio. Ancora, si punta a rimuovere il vincolo di fornitura in esclusiva finora imposto alle decine di migliaia di imprese dei gestori che attualmente costituiscono oltre il 90% della rete distributiva, dietro la determinazione di congrui corrispettivi tesi a remunerare gli investimenti effettuati dai proprietari degli impianti e lo sfruttamento commerciale del marchio dei fornitori; imporre la segnalazione al pubblico esclusivamente dei prezzi effettivamente praticati, vietando qualsiasi altro messaggio allo scopo di impedire la proliferazione di avvisi pubblicitari generici di sconto non chiari, spesso ingannevoli e che impediscono il rapido confronto tra le offerte di prezzo dei diversi impianti; esprimere i prezzi dei carburanti in centesimi con una sola cifra oltre la virgola (es. € cent.178,3 anziché €.1,783) per ottenere una migliore capacità di percezione e d’impatto per il confronto tra le offerte di prezzo dei diversi impianti, senza rinunciare al valore millesimale introdotto in origine, al passaggio dalla lira all’euro, per una maggiore trasparenza e tutela dei consumatori.

La decisione assunta da Eni di fissare prezzi differenti e “personalizzati” per ciascun punto vendita è un grande “bluff” , ha consentito all’azienda petrolifera incontrollata dalle istituzioni, di ottenere “vergognosamente” una tale opacità del proprio prezzo medio, da poter effettuare significativi aumenti nel complesso, senza che il fenomeno potesse essere rilevato né a livello di osservazione istituzionale, né a livello di pubblica opinione. In un tale contesto, di fatto, migliaia di impianti a marchio Eni sono costretti a praticare prezzi particolarmente più alti non solo della concorrenza di ipermercati, “pompe bianche” e di altri marchi petroliferi, ma anche di punti vendita del mostruoso comportamento del “cane a sei zampe” che in questo modo inconcepibile e illegale penalizza gestori e automobilisti ignari. L’illegalità dell’Eni è avallata dall’anomalo sistema istituzionale !!!

Filippo Massaro Csail-Comitato Indignati Lucani

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