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lunedì 11 giugno 2012

Le verità nascoste dell’astensione - di Antonio Forcillo*


(pubblicato su “il Quotidiano della Basilicata” di domenica 10 giugno 2012)

Nell’esprimere i vivi apprezzamenti per le attente analisi che “il Quotidiano della Basilicata” offre sistematicamente alla trattazione della politica, non potevo non ringraziare il suo direttore Paride Leporace e il giornalista Andrea Di Consoli per avere rotto quel consueto tabù discriminante che da sempre caratterizza l’analisi politica della stampa italiana, iniziando a trattare anche l’astensionismo quale importante fenomenologia politica, come emerso recentemente in Basilicata a seguito dell’appena trascorsa tornata elettorale amministrativa.
Quanto accaduto sta infatti segnando anche qui in Basilicata un dibattito politico molto acceso, e non solo di facciata, e già questo può essere la riprova che anche l’astensionismo, essendo un effetto e un preciso campanello d’allarme per l’intera classe politica, può indirettamente alimentare il risveglio dal torpore nel quale evidentemente essa è precipitata.
Ed è per questo che colgo l’occasione per far rilevare alcuni aspetti fondamentali legati a tale fenomenologia perfettamente fisiologica per una democrazia, spesso sottaciuti o volutamente non considerati.
  1. L’astensione al voto è quell’insieme di atti che non attribuiscono a nessun candidato, partito o schieramento, l’espressione di un consenso elettorale.
  2. Può essere manifestata dall’elettore disertando direttamente le urne, oppure esprimendo scheda bianca o nulla o non attribuibile.
  3. Rispetto agli spauracchi paventati in lungo e in largo dalla classe dirigente del sistema politico italiano (raggruppando in tale dicitura le forze politiche o di schieramento di maggioranza e opposizione), l’astensione è un pieno diritto a disposizione dell’elettore sovrano, che in questo modo può essere parimenti legittimato se cause di forza maggiore (per esempio malattie, mancata permanenza nei luoghi di residenza per lavoro, studio, ferie ecc.) ne impediscono l’espressione elettorale.
  4. Con l’astensione, inoltre, l’elettore può anche esprimere il proprio dissenso rispetto a un’offerta politica inadeguata, carente, limitata o non appassionante, come è il caso sempre più diffuso che si sta registrando in questi ultimi 2-3 anni in Italia.
  5. Fermo restando quindi che anche l’astensione è un pieno diritto, e guai se così non fosse, sono altre le considerazioni o gli interrogativi che la classe dirigente, e con essa gli esperti e i giornalisti che ne analizzano gli effetti politici, dovrebbero porsi nel caso di un’impennata repentina come di questi tempi è questo fenomeno, che distaccandosi rapidamente dalle quote di rilevazione tradizionali o fisiologiche può a sua volta incidere imprevedibilmente sugli scenari e gli equilibri politici di un territorio o di una nazione.
  6. L’astensione non è quindi fenomeno di apatia o violenza, anzi è una valida espressione di protesta democratica, al tempo stesso rispettosa della legalità e dell’altrui dignità.
A fianco di tutto ciò, che potrebbe assumere una prima fondamentale valenza di indicazione e descrizione generale della fenomenologia astensionistica, esiste un’altra tipologia di essa, ed è quella particolare forma di astensione strategica che, iniziata proprio qui in Basilicata come un vero e proprio esperimento politico/sociale nel 2007, utilizza l’astensione elettorale preventiva e obbligata per ogni tipologia di elezioni.
Ad essa fa sistematicamente ricorso un gruppo di cittadini di ogni estrazione politico-ideologica, nel dirigere un’associazione territoriale con l’intento di attestare la mancanza di strumentalizzazioni politiche nel merito delle lotte sociali decise o intraprese.
Questa perfetta equidistanza dal sistema dei partiti sancisce inoltre un’assenza totale di tornaconti soggettivi, che ogni associazione o movimento dovrebbe poter garantire nell’affrontare tematiche di pubblica utilità, ed è inoltre fondamentale per favorire il massimo avvicinamento partecipativo dei cittadini alla risoluzione dei problemi, perché solo in questo modo viene ad essere percepita la mancata vestizione con colori politici delle iniziative da intraprendere.
E’ il caso del direttivo dei Cittadiniattivi di Bernalda e Metaponto, composto esclusivamente da membri astensionisti che a rotazione mensile ne assumono la presidenza, e che all’atto dell’insediamento proprio a seguito di ciò hanno dato contemporaneamente vita alla CVDP (Commissione di Vigilanza per la Democrazia Partecipativa), che è l’unico movimento astensionista politico mai costituito e riconosciuto in Italia con l’intento di rilanciare la piena sovranità popolare dell’elettorato.
La proiezione a livello nazionale del campo di azione della CVDP è stata a quel punto un passo breve, che così ha iniziato ad operare più organicamente sul fronte delle strette rivendicazioni anche degli astensionisti politici, come spessissimo evidenziato proprio sulle pagine del Quotidiano della Basilicata che quasi sitematicamente ne riporta i comunicati.
Le attività del movimento CVDP, grazie proprio all’astensionismo, si stanno spingendo sempre più verso il terreno della prima rivendicazione di una democrazia, che è appunto quella della sovranità dei cittadini che la politica ha finora colpevolmente trascurato.
Le azioni sempre più incisive da parte della CVDP nei confronti della politica partitica stanno infatti raggiungendo importanti risultati, che mai si sarebbero potuti ottenere se gli astensionisti, e con loro il nostro movimento, non avessero iniziato il martellamento di una rivendicazione rispetto ai soprusi subiti da un intero popolo ad opera della propria classe politico-dirigente.
Ed è proprio grazie a tutto ciò che inizia a farsi strada la concreta possibilità che anche l’astensionismo, a breve, possa avere un ruolo-chiave nei destini della politica e della società, incidendo direttamente sull’intero establishment del potere politico, in un’ottica finalmente di piena, pluralistica, compiuta e realizzata democrazia.

* Portavoce CVDP - Commissione di Vigilanza
per la Democrazia Partecipativa
(movimento astensionista politico per
il rilancio della sovranità popolare)

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