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giovedì 29 maggio 2014

Il regista Luca Tornatore promuove St@lker al Duni di Matera

Il regista Luca Tornatore da Roma a Matera per presentare nel corso di una conferenza stampa il suo film "St@lker", nelle sale cinematografiche dal 15 maggio a Roma, Milano e Torino e al cine-teatro Duni da venerdì 30 maggio.
Il secondo film di Luca Tornatore affronta il fenomeno dello stalking attraverso il web e il mondo multimediale. Nel cast gli attori Ignazio Oliva, Anna Foglietta, Francesco Salvi, Anna Ferzetti, Alessio Vassallo, Anna Ferruzzo e Renato Marchetti. Il regista romano, prossimo ai 40 anni, comincia a lavorare nel mondo del cinema come montatore e colorista per poi esordire alla regia con lo pseudonimo di Marco Prati nel 2007 con il lungometraggio Hikikomori. Luca Tornatore ha anche diretto anche un cortometraggio e alcuni videoclip. Nel 2014 ha firmato la regia di St@lker. Ispirato ad una storia vera, il film racconta la storia di Ines, interpretata da Anna Foglietta che è solita fare amicizie in chat su internet e di Alan (Ignazio Oliva) che è separato dalla moglie, ruolo per il quale è stata coinvolta Anna Ferzetti e che conosce Ines proprio online e se ne innamora. "Abbiamo lavorato a questo film per quattro settimane - ricorda Luca Tornatore. Le riprese si sono concluse a gennaio 2012 ma poi siamo stati impegnati per diversi mesi in post-produzione per creare grafiche di chat on line, fondamentali per questa produzione. Nel cast abbiamo coinvolto tanti attori giovani ma che hanno già alle spalle diverse esperienze sopratutto nelle fiction Rai. E poi abbiamo Francesco Salvi, alla sua terza partecipazione per un ruolo drammatico. Salvi interpreta il ruolo di un coach, una scelta perfetta. I due protagonisti, Ignazio Oliva nei panni di Ivan e Anna Ferzetti che sul set è Ines, lavorano per due società multilevel, lui nel campo assicurativo e lei in quello delle energie rinnovabili. La storia parte da un fatto realmente accaduto nel 2010 a Carbonara, una frazione di Bari che tra l'altro è a pochi chilometri da qui. Un uomo di 60 anni ha avuto una relazione virtuale con una donna di 35 anni ma quando lei ha deciso di interromperla lui ha preso l'auto da Monza e dopo aver fatto mille chilometri ha atteso la donna che usciva di casa per recarsi al lavoro in bicicletta e l'ha uccisa a sprangate. Il film parte da questo episodio di cronaca nera realmente accaduto per poi sviluppare una storia di fantasia che vuol lanciare un messaggio a chi utilizza i social network in modo improprio. Voglio ricordare che su internet ci sono tante informazioni sensibili che sono alla portata di tutti. ll film non fa proposte per arginare fenomeni negativi o episodi di stalking che spesso si concludono con un omicidio ma vuole segnalare i pericoli della rete, fermo restando che non si può criminalizzare questi mezzi tecnologici di comunicazione. Inoltre vorrei precisare che non faccio riferimento a facebook in questo film, ma prendiamo in considerazione chat on line come Zooks o Meetic, che fanno mettere in contatto dei personaggi e non delle persone e in quel momento si indossa una maschera. Ecco perchè il film racconta un fatto drammatico individuale per puntare il dito contro i sistemi sociali ed economici che creano disagio collettivo, frustrazione e portano le persone ad isolarsi davanti ad un computer per fare nuove amicizie o cercare l'amore. E' chiaro che maggiori sono i comportamenti che bloccano questi impulsi e minori saranno i pericoli che si potranno correre quando si fa uso di chat on line. E' evidente che non tutti sono potenziali assassini ma in una società che ha perso i valori etici finisce per creare disagi e isterismo collettivo. Il finale di questo film è tragico ma credo che era inevibile per lanciare un messaggio forte". Il film si rivolge in particolare alle nuove generazioni, i cosiddetti nativi digitali, avete pensato a proiezioni per le scuole? "Abbiamo già pianificato anche queste proiezioni di mattina, proprio per favorire la visione di questo film ai ragazzi che sono certamente quelli più esposti ai pericoli della rete". Luca Tornatore, quanto pesa un cognome così importante come il tuo nel mondo del cinema? "Premesso che non ho rapporti di parentela con Giuseppe Tornatore, sinceramente avrei voluto utilizzare ancora il mio nick name precedente, ma la produzione mi ha chiesto di non cambiarlo perchè può aiutare a promuovere questo film che è stato realizzato con un budget molto basso, appena 100 mila euro". Il cinema italiano ha sempre faticato negli ultimi anni per emergere ma l'Oscar vinto da Paolo Sorrentino per "La grande bellezza" ha riportato alla ribalta mondiale anche i nostri registi, cosa ne pensa Luca Tornatore? "La vittoria di Sorrentino, al di là del giudizio sul film che può essere soggettivo, fa sicuramente bene al cinema italiano ma credo che i temi affrontati in Italia non vanno bene per l'estero. Se in Italia si affollano le sale per Checcho Zalone se superi la Liguria e arrivi in Francia questo film non riuscirà ad ottenere lo stesso incasso che ha fatto registrare da noi. Non è facile ma speriamo di fare sempre meglio".

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