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venerdì 10 febbraio 2012

Movimento di lotta per la salute Sezione di Torino


E’ attesa la sentenza del processo di primo grado contro i massimi esponenti della multinazionale ETERNIT accusati di disastro colposo e d’omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro.
Medicina Democratica, come già fatto in tanti altri casi (Porto Marghera, Brindisi, Montefibre di Pallanza, Thyssen di Torino, Clinica privata Santa Rita di Milano…….), si è costituita Parte Civile e sarà presente in aula per essere a fianco dei cittadini e dei lavoratori nel chiedere giustizia
Oltre ad essere presenti nell’aula del  Tribunale manifesteremo davanti alla sede del Palazzo di Giustizia:
- perché sia messa al bando l’ estrazione e la lavorazione dell’amianto in tutte la nazioni;
- per sostenere ed esprimere visivamente la solidarietà a chi è stato così duramente colpito: operai, familiari,  cittadini, tutti coloro che hanno l’unico "torto" di aver lavorato nelle fabbriche dove si produceva eternit con fibre di amianto o di vivere nelle loro vicinanze;
- per ricordare che le vittime dell’amianto sono ovunque, in Italia e nel mondo, che il picco del mesotelioma pleurico deve ancora arrivare e che ogni cinque minuti nel mondo muore una persona a causa dell’esposizione all’amianto;
- per sollecitare, ancora una volta, le istituzioni affinché, ciascuna per la sua competenza, operino realmente un intervento in difesa dell’irrinunciabile diritto alla salute perché l'amianto è da considerarsi, a tutti gli effetti, un'emergenza nazionale. Occorre bonificare l’ambiente ed occorre, prima di tutto, affrontare in modo adeguato i tanti drammi delle vittime e dei loro familiari.
- per denunciare nuovamente che l’amianto investe pesantemente il futuro del nostro Paese:  1.000.000 sono stati i lavoratori esposti; 32 milioni le tonnellate presenti (di cui 8 milioni negli ambienti di lavoro), quasi 500 kg  a testa!!! 11000 i nuovi casi di mesotelioma attesi nei prossimi 10 anni.   4000 morti ogni anno da collegarsi a questa fibra killer devono farci  riflettere.
- a sollecitare tutti i soggetti istituzionali, sindacali, giuridici affinché si attuino tutte le misure preventive e gli interventi per evitare le morti quotidiane dei lavoratori (che non sono MORTI BIANCHE!!!, sono morti le cui cause sono spessissimo ricostruibili e riconducibili a responsabilità precise);
-  fare appello alla Regione,  affinché garantisca la piena operatività alla legge regionale sull'amianto. Fare delle bonifiche ambientali  anche occasione di lavoro;
- perché si risolva concretamente l’enorme contenzioso aperto sulla questione dei benefici previdenziali, evitando discriminazioni per i lavoratori e le lavoratrici, che hanno già dovuto subire un peggioramento della qualità della vita e una riduzione dell’aspettativa di vita
- perché del  “Fondo per le vittime dell'amianto”  ne possano usufruire TUTTE le vittime, con particolare attenzione per quelle che fino ad oggi non hanno beneficiato di alcun sostegno (a titolo d’esempio, coloro i quali hanno subito un’esposizione ambientale, come le mogli che lavavano le tute da lavoro, o coloro i quali abbiano subito un'esposizione lavorativa  all’amianto all’estero e una volta rimpatriati hanno contratto la patologia).

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