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martedì 14 febbraio 2012

POPOLARI UNITI: Intervento in Consiglio regionale del 14.02.2012 ore 14.00


Signor Presidente, le sue dichiarazioni nel presentare la nuova-vecchia Giunta regionale, con onesta', ci convincono sempre piu' che non avevamo bisogno di perdere tempo per risolvere un problema politico tutto interno al suo partito-regione. Una sensazione che avevo già avvertito quando la riunione di maggioranza finalmente aperta anche ai rappresentanti dei gruppi consiliari, ci ha restituito il quadro di un sistema di governo che passa dalle sue lungimiranti intuizioni sul sistema di governo lucano nell’età della crisi economica, al profilo basso che taluni assessori hanno messo in campo per mantenere la propria posizione esaltato, in questo sono d'accordo, dalla nomina di due colleghi consiglieri più che di due esterni di cui non abbiamo bisogno.

Nei giorni che hanno preceduto il varo della nuova-vecchia Giunta alle proposte interessate di esponenti di governo che rappresentano poi anche la propria forza politica ha fatto da riscontro un quadro generale di difficoltà strutturali che sino ad oggi restituiscono l’immagine di una Regione che pur avendo grandi potenzialità non riesce a tradurre in opportunità di sviluppo le azioni che vengono messe in campo. Ed il riferimento è al fallimento di talune azioni messe in atto nel settore della formazione con il reddito ponte e le work experience, alla fughe in avanti ed alle ritirate nel settore della riorganizzazione sanitaria che tanto turbano la sicurezza dei cittadini delle aree periferiche della regione, al profilo basso tenuto negli incontri con Trenitalia nonostante l’ordine del giorno approvato in Finanziaria che intimava una linea dura nei confronti di chi non riesce a far funzionare seriamente la tratta Metaponto-Potenza-Salerno e butta fumo negli occhi con il miglioramento tra venti anni della Potenza-Foggia, le dinamiche negative nella gestione del sistema rifiuti di Basilicata. E potremo continuare. A tutto ciò si oppone solo la dinamica degli scontri interni al maggior partito della coalizione ed un evidente ritardo nella definizione di quel complesso di provvedimenti che devono portare alla innovazione del sistema della governance lucana. Dalla rete delle Aree Programma, a quelle del sistema idrico ed industriale in un gioco di caselle da riempire con i nomi senza immaginare uno sforzo innovativo che utilizzi nuove professionalità ed esperienze garantite che hanno dato e stanno dando grandi risultati.
Se a questo aggiungiamo sul piano politico la volontà di creare disagi tra e dentro le forze politiche che pure coerentemente sostengono la maggioranza di governo, comprendiamo bene che una inversione di rotta rischia di essere considerata più che una opzione possibile.

La dichiarazione finale con la quale il segretario regionale del Pd concluse l’incontro di maggioranza chiedendo di fatto l’apertura formale della crisi, ha confermato la lungimiranza di un autorevole e giovane esponente politico nel non sottacere i veri problemi che un Governo regionale deve affrontare rispetto alla drammaticità della situazione regionale, ma nei fatti e' seguito un basso profilo anche nelle intuizioni programmatiche presentate oggi e che, francamente non ci paiono nulla di sconvolgente rispetto al passato. Se così fosse non si capisce perche' mantiene in sostanza la stessa Giunta facendo ruotare nelle responsabilità gli stessi protagonisti dei ritardi da lei denunciati.

Ci sono due o tre cose che andrebbero meglio rilette anche nella Finanziaria regionale approvata poco prima delle festività natalizie, vero elemento di collegamento con il quadro presentato oggi dal Presidente De Filippo.
E sono cose di sostanza ancor più del balletto delle cifre e dei numeri che inevitabilmente una manovra di bilancio condizionata dai tagli governativi ha messo in campo.
Intanto l’aumento preventivato dell’Irpef, ma poi nella sostanza politica delle scelte; la vera Finanziaria regionale che deve dettare la battuta del nuovo Governo regionale sta nella mole di ordini del giorno che peseranno come macigni nell’azione di qualunque governo verrà e che di fatto fa riappropriare al Consiglio regionale la sua funzione di programmazione.
La sostanza politica che i lucani devono sapere, sta proprio in questa esigenza che i partiti, soprattutto quelli cosiddetti minori, come il nostro, avvertono quando hanno lanciato un grido d’allarme e non un ultimatum, al maggior partito della coalizione ed al Presidente De Filippo.
Si tratta di legittimare ancor più le forze di maggioranza, riconoscerne il ruolo ed il peso specifico, ma soprattutto non confondere la coerenza e la lealtà, con la sottomissione. Quello sarebbe un atto di arroganza al quale ognuno si sentirà di rispondere come vuole.
Non è un caso, e ci fa piacere, che in un ordine del giorno a tutela dei lucani, è stata censurata la politica del sistema di trasporti e di gestione delle infrastrutture con un invito pressante, se non un obbligo, a sospendere ogni discorso con Trenitalia rea di aver calpestato i diritti dei cittadini lucani ad avere un sistema di mobilità all’altezza dei tempi moderni. E si dovrà fare per forza anche tagliando, così dice l’ordine del giorno, i fondi messi a sua disposizione ed attivare una nuova concorrenza.
Due o tre cose che i lucani devono sapere, stanno nella scelta che il Consiglio regionale, la maggioranza per la verità, ha fatto, nel dire basta alla colonizzazione del sistema di gestione dell’Ente Irrigazione che il centrodestra vuole perpetrare come indispensabile ai suoi calcoli di potere ed i lucani vogliono azzerare come ha deciso il Governo Monti a favore di una gestione sana economicamente e pubblica tutta lucana.
Il tempo della difesa degli interessi lucani nel settore idrico ed energetico è arrivato.
Così come presto, molto presto, bisognerà garantire ai cittadini di Basilicata e a tutte le fasce sociali, in particolare i più anziani, una tutela sanitaria di rilievo rivedendo i ticket.

Questa è la scelta politica ispirata e fatta nella Finanziaria regionale per la quale si chiede ora il rispetto delle regole stabilite insieme e su cui vigileremo attentamente in ogni sede ed in ogni momento della nostra attività politica. Piaccia o non piaccia ai partiti ed a chi ha deciso di avviare una falsa verifica regionale e per ora gioca su più tavoli
.
Non ci siamo, Presidente, troppo buonismo abbiamo notato nella conferenza stampa della Giunta Regionale di inizio anno e nelle dichiarazioni, rispetto ad un quadro di disagio sociale complessivo che merita approfondite analisi, ma il rinviare ad un tempo che verrà le azioni forti nel settore della riorganizzazione del sistema sanitario regionale mentre si procede ad uno smantellamento di presidii ospedalieri senza attivare i progetti previsti per il futuro (i casi di Venosa e di Chiaromonte sono emblematici e rappresentano davvero una bomba ad orologeria) e ad un confronto ancora tutto da riscrivere nel sistema dei trasporti ferroviari, fa capire che una inversione di rotta è necessaria.
Le risposte date dai singoli assessori confrontandoli con le aspettative del Presidente De Filippo, che, sinceramente, non ci paiono troppo in sintonia, anzi, in nessuna sintonia, ma i fatti di questi giorni ci confermano che avevamo ragione nel denunciare alcuni ritardi nelle azioni da mettere in campo.
Attendiamo l’approvazione del Piano sanitario regionale e solo allora avremo il quadro generale da cui far partire una riorganizzazione degli ospedali di territorio, dimenticando che i presupposti erano e sono i distretti forti. E di questo non se ne parla proprio.
Sul sistema dei trasporti avevamo visto giusto, basta leggere le cronache di questi giorni comprese quelle di chi con la neve ha pensato bene di sospendere i servizi, che ipotizzano la competitività attraverso la disdetta di contratti non rispettati con Trenitalia e favorire l’arrivo della nuova compagnia ferroviaria o di servizi alternativi pure evocati nella conferenza stampa sull’argomento dei trasporti regionali. I casi della Taranto-Potenza-Salerno e quelli dell’area ionica denunciati dagli amministratori locali, fanno capire che un’azione forte è necessaria su questo tema, senza rinvii ed infingimenti.
Su questo, i pronunciamenti sono stati deludenti ancor più rispetto alle vicende politiche che le singole forze politiche credo affronteranno nei prossimi giorni quando, seriamente, si aprirà la verifica politico-programmatica.

La complessità del momento e le difficoltà di tenuta nei rapporti con i cittadini da parte della classe politica, impongono una seria riflessione sul piano programmatico, sullo stato di attuazione delle scelte del Governo regionale, sulla capacità di sintesi delle forze politiche che hanno condiviso e sostenuto il Centro-sinistra alle ultime elezioni

Ora, dicevano taluni analisti, lo spirito di solidarieta' riconosce a tutte le persone la stessa dignita'. La dignita' presuppone l'aiuto ai piu' deboli e in particolar modo ai giovani in cerca di lavoro, fisso o mobile che sia, attraverso il diritto, il riconoscimento dei propri diritti, che protegge la liberta' di chi le riceve nell'ambito di un territorio governato dalla politica e non solo attraverso i rapporti personali, che spesso implicano la subordinazione al più forte. E questa, signor Presidente, e la risposta agli obiettivi strategici che lei ha dettato immaginando nuove opportunita' occupazionali, qualunque esse siano, ma almeno con regole certe e serie, serie che riconoscano i diritti ed i meriti.
Non c'e piano di competitività che tenga se l'io comunque organizzato, dimentica il noi.
Negli ultimi trent'anni le politiche del lavoro hanno quasi fatto passare il concetto di perseguimento dell'interesse personale sia in forma associata tramite i sindacati per esempio o alcune associazioni datoriali finanziandolo con un crescente ricorso al debito pubblico, sia in forma privata, come rilevano altri analisti in alcuni studi, nell'impresa e nella famiglia, attingendo sempre piu' alle banche, le quali trovano tuttavia nello Stato e a sentire lei anche negli interventi regionali, e dunque ancora nel debito pubblico, il loro estremo garante. Quel debito pubblico di cui ci lamentiamo e consideriamo drammatico. Ma come dimenticare che tale eccesso si e' determinato per salvare l'industria finanziaria che troppo aveva prestato e quasi a strozzo, a famiglie ed imprese?

Il tema vero sta tutto nelle scelte che il Governo regionale è chiamato a fare e che ve ben oltre il tiro al bersaglio fatto sull’assessore alle attività produttive.
Si tratta di capire cioè se dato il quadro economico che a livello nazionale si prospetta, in sede di Finanziaria regionale si porranno i termini veri delle iniziative volte a favorire una maggiore occupazione dei giovani andando oltre i benefit e le assunzioni part-time messe in campo dal dipartimento; se nel sistema industriale si lascia maggiore libertà di azione e minori vincoli alle imprese locali che forse qualche dovere in più ce l’hanno rispetto al diritto di chiedere ed ottenere i giusti sostegni alle iniziative, come pure necessario accelerare le procedure attuative dei nuovi sistemi di produzione energetica; comprendere meglio di cosa si occupa il dipartimento infrastrutture che oltre gli annunci e le autocertificazioni in materia di protezione civile, segna il passo nella messa in campo di un nuovo sistema di mobilità e trasporti regionale che, in maniera alquanto anacronistica, si ripropone di trasferire su gomma in alternativa alla precarietà del sistema ferroviario; verificare se nel sistema agricolo alcune cointeressenze siano state smantellate proprio in relazione all’annunciato sblocco dei fondi PSR che potrebbe innescare un nuovo corto circuito e contestualmente comprendere se quel dipartimento ha il coraggio e la forza e la capacità, di innovare e rinnovare il sistema agricolo o se sia solo una finzione scenica; ed ancora se nel settore dell’ambiente davvero tutto va bene come le relazioni ufficiali dicono senza riuscire a convincere i cittadini lucani.

Quello che le vicende drammatiche della crisi ci insegnano e' l'importanza di una buona analisi, di buone regole, della loro efficace applicazione, perche' l'esercizio della liberta' nell'agire economico, insostituibile motore di benessere, sia pieno e fruttuoso. In sintesi l'importanza dell'esercizio della ragione. Che diviene enormemente scomoda ed impopolare quando soffiano venti di bufera e si cercano rifugi da abitare e colpevoli da additare.
E qui manca una buona analisi come quelle che facevano una volta i centri studi economici o fatte da un Dipartimento Programmazione che e' stranamente scomparso dalla sua agenda. Anche se ne capiamo le ragioni.

Di questo tipo di verifica programmatico politica avevamo bisogno, convinti della capacità di sintesi del Presidente De Filippo, delle azioni nuove che inevitabilmente con le scelte del Governo Monti bisognerà mettere in campo costruendo o ricostruendo alleanze vere con il Consiglio regionale e con i suoi consiglieri, che questa Giunta difficilmente riesce o riuscirà a fare.

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